Schede
Leo Longanesi (1905-1957), giovane giornalista romagnolo dal temperamento audace e anticonformista, fonda il periodico "L'Italiano".
La redazione è nella sua casa in via Irnerio n. 5, cenacolo letterario frequentato da noti giornalisti, poeti e uomini di teatro, quali Alfredo Testoni, Giuseppe Lipparini, Carlo Zangarini, Gherardo Gherardi, Lorenzo Ruggi.
La rivista, definita "il più bel foglio della rivoluzione fascista", diventa, assieme al "Selvaggio" di Mino Maccari (1898-1989), una delle roccaforti della corrente culturale antimodernista di Strapaese.
Stampata in bei caratteri bodoniani, secondo la migliore tradizione tipografica italiana, ospita contributi di Ungaretti, Cardarelli, Malaparte, Raimondi, Soldati, Tobino, Moravia, i disegni di Leo e Maccari (chiamati i "nani di Strapaese"), assieme a grafiche di Rosai, Carrà e Morandi.
In questo stesso anno Longanesi pubblica il "Vademecum del perfetto fascista", che contiene il più celebre motto del regime: "Mussolini ha sempre ragione".