Salta al contenuto principale Skip to footer content

Inediti di Mario de Maria

1852 - 1924
Mario de Maria

Schede

Il Museo Ottocento di Bologna nel 2024 ha dedicato una mostra monografica a Mario de Maria “Marius Pictor” (1852-1924) in occasione del centenario della morte, avvenuta il 18 marzo 1924. La rassegna ha avuto notevolissimo successo e ha registrato un ottimo seguito di visitatori. Le istituzioni coinvolte, gli Uffizi, la Galleria Nazionale d’Arte di Roma, così come le GAM di Roma e di Milano, e la Fondazione di Venezia, hanno prestato opere di notevole valore e il catalogo, a cura di chi scrive, tradotto anche in inglese, vede il coinvolgimento della Biblioteca del Museo Correr di Venezia che conserva la documentazione privata della famiglia de Maria, donata negli anni Novanta dagli eredi. 

Molti gli apprezzamenti sia a livello nazionale che internazionale, con diversi articoli apparsi anche negli Stati Uniti. La mostra è stata anche un’occasione per ritrovare nuovi dipinti di cui ancora non si conosceva l’ubicazione. Essi vanno ad arricchire il già ricco patrimonio documentario del pittore bolognese. 

Tra i pezzi più significativi vi è certamente il mastodontico Porcile tra ruderi romani (1894) ritrovato in una collezione privata piemontese. Il dipinto, firmato “Marius Pictor” e datato 1894 come dimostra il cartiglio apposto in un cippo di pietra, fa parte del secondo periodo veneziano di de Maria e fu realizzato per la Triennale di Milano del 1894 con il titolo Porcile tra ruderi romani. A quelle date, il pittore bolognese, concluso il lungo periodo romano nel 1891, risiedeva già stabilmente in laguna, riutilizzando il materiale fotografico raccolto durante i diversi momenti di svago nel Sud Italia, verso Terracina. 

Qui l’artista si concentra sulla contrapposizione tra Vita e Morte: le due bambine osservano inorridite il grosso maiale appena sgozzato in primo piano, mentre gli altri animali attendono il medesimo destino. Sullo sfondo, le vestigia del passato dei capitelli corinzi del Teatro d’Augusto a Terracina, accompagnano la scena, mentre la scritta DIVIM incisa sul cippo aggiunge mistero e simbologia. Il dipinto era noto per una fotografia pubblicata da Romualdo Pantini nel 1902 sulla rivista Emporium e, successivamente, grazie ad Anna Mazzanti ed Elena Di Raddo. L’artista studiò, attraverso l’uso meticoloso della tecnica fotografica, ogni particolare della scena. Come già notava Mazzanti: «lo stridore degli accostamenti e la scena farsesca si debbono all’ironia disincantata dell’autore e alla sua fantasia nei montaggi di immagini senza venire meno alla definizione di un insieme dall’apparenza necessaria ma più intenso ed eloquente della realtà veduta e semplicemente riprodotta». Dell’opera era stato presentato, quest’anno, un bozzetto monocromo Morituri vos salutant sempre autografo del pittore simbolista. Un tema indagato anche dal budriese Augusto Majani con I Majali di Majani, di un anno più tardi. 

Tra i ritrovamenti inediti vi sono poi le due tavolette dedicate ai viaggi fuori dai confini nazionali. Il primo, I giardini delle Tuileries, datato 2 agosto 1878, si colloca all’inizio del suo percorso artistico, all’epoca del viaggio di gioventù a Parigi di cui egli realizzò anche altre note opere come l’Autoritratto con il cilindro o Parigi trent’anni fa (Pont Neuf) e, stilisticamente, è inquadrato in una tavolozza macchiaiola, ancora memore degli insegnamenti accademici imposti da Antonio Puccinelli, poi completamente rinnegati appena giunto sul suolo romano (dal 1882). Il secondo, Paesaggio tedesco, appartiene ai suoi tour familiari in Nord Europa, in particolare a Lilienthal e a Brema, che iniziò a frequentare dopo il matrimonio con la pittrice tedesca Emilia Voight avvenuto nel 1890. Il paesaggio nordico fu ispiratore di nuovi ideali stilistici che lo portarono a diversificare la sua produzione a favore di una rappresentazione approfondita del dato naturale sempre indagato con uno sentimento spiritualistico.

Per ogni ulteriore approfondimento si rimanda al già citato catalogo monografico realizzato per la mostra del 2024 al Museo Ottocento Bologna: una rassegna decisamente produttiva, ricca di spunti e novità per le prossime ricerche sul Pittore delle Lune. 

Francesca Sinigaglia

Estratto da “Inediti di Mario de Maria recuperati grazie alla mostra del centenario della morte “ in “La Torre della Magione, Notiziario del Comitato per Bologna Storica e Artistica”. Anno LI – N 3. Settembre – Dicembre 2024.