Schede
In un'ala del seminario arcivescovile di Villa Revedin a San Michele in Bosco è avviata la costituzione di un centro ortopedico specializzato per la cura e la riabilitazione dei traumatizzati per cause belliche. Dipendente dall'Ospedale militare dell'Abbadia, il Centro Mutilati Putti ospita anche un grande orto di guerra, una stalla con mucche e maiali, un forno e una distilleria. Dal 22 marzo 1943 le stanze per i malati occuperanno tutto il seminario e i seminaristi saranno rimandati a casa. Anche la villa situata al Farneto di San Lazzaro di Savena, dipendente dal Seminario, verrà utilizzata per i feriti. Nel luglio 1944 il Putti passerà sotto la supervisione della Sanità militare tedesca e il 29 novembre successivo sarà accerchiato dalle SS e dalle Brigate nere alla ricerca di partigiani. Il direttore prof. Oscar Scaglietti, sospettato di antifascismo, sarà arrestato e interrogato nella sede della Gestapo in via Santa Chiara. La minuziosa perquisizione non sortirà alcun risultato: avvertito da Gianguido Borghese, Scaglietti riuscirà per tempo a far trasferire i feriti compromessi con la Resistenza. Nonostante la presenza di grandi croci rosse sul tetto, l'ospedale sarà più volte bombardato con notevoli danni (22 marzo, 12 ottobre, 29 dicembre 1944).