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In dov s’mett Garibaldi? | I sonetti dèl fiacaresta

1900 | 1903

Schede

Nel 1903 la Casa Editrice Zanichelli pubblicò "I sonetti dèl fiacaresta" di Alfredo Testoni. I diciannove sonetti, raccolti in un opuscolo di poche pagine, erano illustrati da altrettante fotografie incorniciate da illustrazioni realizzate da Alfredo Baruffi (Bologna, 1876 - 1948). Soggetto delle fotografie era sempre un vetturino intento ad accompagnare una coppia di turisti in visita ai luoghi più significativi di Bologna. I positivi ritrovati nell'archivio personale di Testoni sono cinque e vengono qui riproposti secondo la sequenza riportata dalla numerazione posta sul verso del cartone di supporto. Non vi è dubbio che le fotografie siano un curioso quanto inusuale documento della città nei primi anni del Novecento. Il termine "fiacaresta" deriva da "fiacre", vocabolo francese, che fu importato a Bologna, dove il vetturino divenne immediatamente "al fiacaresta". Tale popolare figura fu celebrata anche da Carlo Musi in una delle sue canzonette. Nel 1880 comparvero i primi tram a cavalli e i vetturini cominciarono a soffrire di una crisi che si acuì nel 1903 quando entrò in funzione il primo tram elettrico. In realtà, le carrozze sopravvissero ancora un po' per essere poi definitivamente dimenticate con lo sviluppo meccanico dei trasporti. Nelle foto del Fondo Testoni i turisti giungono alla Stazione ferroviaria; sostano in via dell'Indipendenza, di fronte all'Arena del Sole, in ammirazione del monumento dedicato a Giuseppe Garibaldi; ammirano la Fontana del Nettuno e le Due Torri; passano per Piazza dei Tribunali. In merito al Monumento a Garibaldi, le discussioni per la sua realizzazione furono di tale rilevanza che anche Alfredo Testoni dedicò un suo lavoro alla vicenda: si trattava di “In dov s’mett Garibaldi?”, una bizzarria in tre atti, come lui stesso la definì. La prima rappresentazione di questa opera dialettale avvenne il 17 marzo 1900 al Teatro Contavalli: dunque, alcuni mesi prima dell’inaugurazione del monumento. Con il consueto spirito petroniano non disgiunto da felici osservazioni sull’ambiente della piccola borghesia che egli ben conosceva, lo scrittore narra di una famiglia che prende viva parte al problema del luogo dove porre la statua. Pirein, capo della famiglia e presidente del Comitato per il collocamento del monumento, prende una sonora sbornia e fa un sogno durante il quale i personaggi dei principali monumenti della città scendono dai loro piedistalli e prendono parte alla discussione: re Vittorio Emanuele II, il Nettuno, papa Gregorio, Ugo Bassi, Luigi Galvani ecc.. Nello svolgersi della trama si alternano divertenti episodi e gustose diatribe. Ad un certo punto, ecco che lo scultore Zocchi arriva a Bologna e inizia ad esprimere varie opinioni sull’onda della polemica, fino a che la statua di Garibaldi avanza in via dell’Indipendenza preceduta dal preludio del suo inno suonato da una tromba e, di fronte all’Arena del Sole, si ferma. Ugo Bassi, scende dal piedistallo e cede il posto al Generale. Il pubblico presente saluta festosamente Giuseppe Garibaldi, che solo qualcuno ritiene un usurpatore. La visione onirica, di fatto, avrebbe poi rispecchiato la realtà: l’8 luglio 1900 il monumento venne ufficialmente inaugurato. Fu collocato al posto della statua di Ugo Bassi, che si trovava in quel punto da dodici anni e che venne trasferita nella via dedicata al medesimo sacerdote patriota, di fronte al Mercato Coperto.

Daniela Schiavina

In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna