Schede
Nel corso di una solenne cerimonia, svoltasi in Piazza Otto Agosto il 14 marzo 1885, vennero benedette le bandiere dell’89° e del 90° reggimento della guarnigione di Bologna, donate per l’occasione dal municipio di Salerno.
La scelta della data coincise con il quarantunesimo genetliaco del Re Umberto, che venne ricordato con festose “urla” di auguri dalla grande folla che si radunò in quell’occasione nell’antica Piazza d’Armi. Alla cerimonia presero parte tutte le truppe del presidio e furono invitati tutti gli ufficiali in congedo. Ai cronisti dell’epoca e alle migliaia di persone che si assieparono sui tre lati lasciati liberi della piazza, il ‘colpo d’occhio’, che il gran numero di militari presenti produceva, risultò di grande effetto, in un’atmosfera resa ancor più suggestiva dai colpi d’artiglieria provenienti dal colle di S. Michele in Bosco, che scandivano i passaggi più significativi dell’intera manifestazione.
I militari si disposero in modo tale da formare un quadrato, con i due reggimenti di fanteria schierati davanti all’altare, preceduti solo da un plotone di carabinieri. Durante la messa vennero eseguite musiche sacre di Giuseppe Verdi. Al termine della funzione religiosa, le due bandiere vennero presentate al sacerdote che le benedisse e immediatamente date ai due colonnelli che le portarono in mezzo ai rispettivi reggimenti. Con semplici e patriottiche parole vennero consegnate ai portabandiera: «Questo simbolo d’onore militare è a lei affidato nella certezza che lo custodirà e non lo abbandonerà che colla vita» (“Gazzetta dell’Emilia”, 14 marzo 1885). Terminata la cerimonia, le truppe si predisposero per una grande parata, molto apprezzata dalla tripudiante folla presente.
Dell’intera manifestazione, la sezione bolognese del Club Alpino Italiano realizzò una serie di 14 fotografie, che fu donata al Re ed è tuttora conservato a Torino presso la Biblioteca Reale.
Giovanni Guidi
Testo tratto da Cent'anni fa Bologna: angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, Bologna, Costa, 2000.