Schede
Entra in funzione il campo di transito e smistamento delle Caserme Rosse di via Corticella. Si tratta di un complesso di edifici in aperta campagna costruiti prima della guerra e destinati ad ospitare una scuola per ufficiali della Sanità.
Tra i primi ad essere ospitati in questo lager, sono i carabinieri di stanza a Roma che il 25 luglio 1943 avevano arrestato Mussolini per ordine del re e successivamente si erano rifiutati di partecipare al rastrellamento del ghetto ebraico della capitale. Il 7 ottobre sono fatti disarmare dal maresciallo Graziani e avviati alla deportazione in Germania.
Le Caserme Rosse ospitano i prigionieri razziati durante i rastrellamenti dell'esercito tedesco, soprattutto nelle città e sull'Appennino toscano ed emiliano. Nel solo periodo tra giugno e ottobre 1944 transitano alle Caserme Rosse circa 35.000 prigionieri.
Nel campo, sorvegliato da soldati tedeschi e repubblichini, è effettuata una visita medica decisiva ai fini dell'assegnazione al lavoro nel Reich (spesso nei lager da cui pochi ritorneranno) o al lavoro sul fronte italiano al servizio dell'Organizzazione Todt e della Wehrmacht. Solo una piccola parte di prigionieri per età o per malattia possono essere dichiarati inabili. Mentre l'equipe medica del dottor Antonio De Biase tenta di evitare ai prigionieri le destinazioni più dure, diverse organizzazioni caritative si impegnano per alleviare le sofferenze dei rastrellati e rifugiare coloro che riescono a scappare durante i trasferimenti o nella confusione dei bombardamenti: dalla Pro.Ra. di don Giulio Salmi, alla Croce Rossa. Molti fuggiaschi si nasconderanno presso le famiglie contadine o presso gli ospedali e i conventi di Bologna.
Anche il podestà fascista, l'ing. Mario Agnoli, si impegnerà nella protezione e nell'accoglienza dei rastrellati presso le strutture assistenziali cittadine.