Anno 1916

Anno 1916

Scheda

1916

Dopo l'offensiva autunnale del 1915, ed in vista dell'imminente inverno, l'occupazione della linea avanzata su tutto il fronte venne ridotta all'essenziale. In marzo ripresero le ostilità; in particolare doveva essere ripresa l'attività di logoramento delle posizioni nemiche sul fronte della 2° e 3° armata.
L'11 marzo iniziava quindi la quinta battaglia dell'Isonzo. Sul fronte del Cadore, il Col di Lana fu conquistato utilizzando una grande mina posizionata sotto la cima. La sera del 17 aprile, 50 quintali di gelatina esplosero sbriciolando la sommità del monte e le difese austriache: era iniziata la guerra di mine.
Sugli altipiani trentini, a metà di maggio l’esercito austroungarico lanciò la “spedizione punitiva” per ricacciare gli italiani nella pianura veneta. Fallito il piano nemico e fallita la nostra controffensiva, il generale Cadorna, che aveva, all'inizio del '16 preparato i piani per la conquista di Gorizia, visti gli sterili successi sull'altipiano Trentino, ordinò che le forze eccedenti la necessità della difesa venissero trasferite sul fronte isontino. Per parare la nuova minaccia, gli austriaci utilizzarono un’arma sino ad allora sconosciuta: all’alba del 29 giugno, sul Carso, tra il San Michele e San Martino, furono lanciati i gas venefici. L’unico risultato ottenuto dal nemico fu di ritardare l’inizio della sesta battaglia dell’Isonzo (6-17 agosto) che portò alla conquista di Gorizia.
La 1° armata dal 9 luglio compì azioni di assestamento del fronte, assumendo nuovamente uno schieramento difensivo, come prevedeva il piano generale d'attacco del maggio 1915. In autunno, sull’Isonzo, furono combattute altre tre battaglie: la settima dal 14 al 17 settembre, l’ottava dal 10 al 12 ottobre, la nona dall’1 al 4 novembre.
Col sopraggiungere dell'inverno, cessarono le operazioni su quasi tutta la linea del fronte dallo Stelvio al mare: si entrava nel secondo inverno di guerra. Alla fine dell'anno, gli Austriaci furono costretti a mantenere 38 divisioni con circa 800.000 uomini sulla fronte Italiana.
Le nostre perdite in totale furono, tra morti feriti e dispersi, di 13.612 ufficiali e 427.168 uomini di truppa.

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