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Allievo del Collegio Venturoli al lavoro

1889

Schede

L’opera realizzata a matita su carta, conservata presso la cartella personale dei lavori di Cleto Capri, reca la firma dell’autore in alto a destra. Capri, attraverso la raffigurazione di un proprio compagno di studi anch’egli allievo in Collegio, ci fornisce un esempio di quotidianita entro le mura dell’Istituto. Il giovane qui raffigurato, chino sul proprio banco, ben riflette l’importanza e la dedizione che i giovani allievi dedicavano alla propria attivita, fornendoci al contempo un occasione per soffermarci a riflettere sulla quotidianita della vita studentesca. Al momento dell’ingresso in Collegio, dopo aver superato la prova di ammissione, ad ogni studente veniva assegnato un proprio posto anche all’interno delle sale studio e non era loro permesso di cambiarlo. Ogni alunnato vedeva l’ingresso in Collegio di un numero abbastanza esiguo di studenti. Nel 1885 assieme a Cleto Capri fecero il proprio ingresso anche Giovanni Masotti, Alfonso Modonesi, Giuseppe Romagnoli e Alberto Pasquinelli; uno dei quali e forse il giovane qui ritratto. I giovani allievi ricevano un’istruzione di livello medio-alto che non si limitava all’insegnamento delle sole discipline artistiche ma bensi includeva anche lo studio delle lingue e delle materie scientifiche.

Per quanto concerne piu specificatamente l’apprendimento delle discipline artistiche, i giovani erano coadiuvati, oltre che dai testi a loro disposizione, dalla presenza di diversi reperti scientifici cosi come di gessi di ornato e di figura, fotografie di architettura, scultura e pittura di ogni epoca. A loro disposizione vi era inoltre un gabinetto di fisica e di storia naturale tutt’ora intatto. Altri strumenti scientifici e un manichino del Settecento, presenti in catalogo, erano altresi a disposizione degli allievi. Era dunque importantissimo permettere ai giovani allievi di formarsi liberamente avendo a disposizione tutto il materiale loro necessario, elemento quest’ultimo di grande importanza per lo stesso Angelo Venturoli che lascio ai giovani la propria collezione di gessi architettonici. Inoltre Venturoli, vietando lo smembramento della propria collezione, ha potuto cosi preservarla intatta sino ad oggi. Gli studenti venivano inoltre accompagnati in visite d’istruzione per poter apprendere dal vero quanto imparato in collegio, spesso queste visite comprendevano giri attraverso la citta per osservarne i cambiamenti e le recenti costruzioni. Commenti, opinioni e recensioni di questi piccoli viaggi nel mondo esterno del Collegio erano spesso raccontati dagli studenti nelle pagine dei diari che il rettore faceva redigere ai ragazzi, i quali vi si dedicavano a mesi alterni.

Questi diari rappresentano tutt’ora una fonte inestimabile di informazioni che gettano nuova luce sulle vite di questi giovani e sulla storia della citta. La stesura dei diari prese avvio a partire dal 1858 sino al 1906 quando, per negligenza di studenti e docenti, si pose fine a all’iniziativa. Dalle pagine dei diari emerge la volonta degli studenti di lasciar traccia, non tanto degli studi e del lavoro presso il Collegio, quanto dei momenti di svago, delle gite, delle mode e degli interessi in voga nel periodo. Vi troviamo infatti importanti ragguagli su cio che era Bologna all’epoca, sui grandi avvenimenti occorsi, come l’arrivo in citta del re, Vittorio Emanuele II, in citta o il trasporto eccezionale del Campanile di Trebbo. Non mancano infine importanti racconti su come apparisse Bologna agli occhi dei piu giovani e su quali fossero i passatempi in voga nel periodo; cio grazie anche ai racconti delle serate invernali trascorse a teatro, presto tramutatesi, all’alba del Novecento, in serate al cinematografo. Un’altra iniziativa che legava gli studenti dei diversi allunati al Collegio erano infine le donazioni. Ad ogni studente era infatti richiesto, sia nel corso degli anni in Collegio sia successivamente, di farvi dono di proprie opere al fine di incrementarne in tal modo le collezioni ad uso e beneficio degli studenti venturi. Fortissimo, e dunque l’aggettivo che meglio descrivere il legame tra il Collegio e i propri allievi che spesso vi ritornavano, da artisti ormai affermati, in qualita di docenti, portando la propria esperienza a beneficio di quel luogo che primo era occorso a fornirgli insegnamenti e strumenti.

Sara Benuzzi

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina 19 aprile - 14 giugno 2015.