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Alfonso Ventura, comandante di battaglione della Stella Rossa

Schede

Il primo incontro con gli organizzatori del movimento partigiano, incontro procuratomi dai contadini della vallata, lo ebbi al Casone di Rio Moneta dove trovai il Lupo (Mario Musolesi) e Gianni Rossi. Poi mi incontrai, nella casa di Crisalidi, con Giorgio Ugolini e lo stesso Crisalidi, che in seguito divenne il commissario politico della brigata “Stella Rossa”.
Non tardammo ad avere informazioni che nel gruppo c’era anche un tale Olindo Sammarchi, detto il “cagnone”, che era un individuo sospetto. Quando avemmo la certezza che era un agente fascista infiltrato fra di noi, lo smascherammo e, in seguito, Sugano lo eliminò sorprendendolo in divisa fascista a Castelletto di Vado, sulla corriera diretta a Castiglione dei Pepoli. Verso la fine del 1943 il primo nucleo armato della Stella Rossa era già formato e attivo attorno al Lupo e i partgiani erano dislocati a Ca’ di Germino e Brigadello. Vi erano però altri giovani disponibili che in casa avevano delle armi. Fra i primi partigiani c’erano anche due neozelandesi (Steves e Bob), uno scozzese (Giok), un sud-africano bianco di origine tedesca (Hermes) e un indiano (Sad): erano tutti scappati dai treni che li portavano prigionieri in Germania. Ci intendemmo subito anche perché fecero presto a imparare la nostra lingua.

Luciano Bergonzini, "La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti", vol. V, Istituto per la Storia di Bologna, Bologna, 1980
[RB5]
Note
6