Aldobrandini Pietro

Aldobrandini Pietro

1571 - 10 Febbraio 1621

Note sintetiche

Titolo di studio: Laurea

Scheda

ARMA: D'azzurro alla banda doppio merlata d'oro accompagnata da 6 stelle di 8 raggi dello stesso.
Lo scudo è sormontato da un cappello cardinalizio con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: PETR· CARD· ALDOBRANDINIS / CLEM· VIII· NEP· LEG· / 1599· (Cardinale Pietro Aldobrandini nipote di Clemente VIII Legato 1599).

Pietro Aldobrandini nacque a Roma nel 1571 figlio di Pietro e Flaminia Ferracci.
Studiò nella sua città sotto la guida di S. Filippo Neri. Clemente VIII suo zio, lo nominò Avvocato Concistoriale e gli affidò la prefettura di Castel S. Angelo nel 1592.
Dopo pochi mesi fu chiamato alla segreteria di Stato al posto del cugino Cinzio Passeri-Aldobrandini e nominato Protonotario apostolico; nell'anno successivo venne creato cardinale diacono a 22 anni con il titolo di S. Nicola in Carcere che cambiò poi con quello di S. Maria in Trastevere.
Quale segretario di Stato si trovò ad affrontare la delicata questione della riabilitazione di Enrico IV di Francia. Politico fine e prudente cercò sempre di mantenere un certo equilibrio fra Francia e Spagna appoggiando ora l'una ora l'altra, al fine di salvaguardare l'indipendenza politica della Chiesa stretta tra i due colossi.
Quando nel 1597 gli Estensi di Ferrara si estinsero, Clemente VIII che ne rivendicava il possesso, lo inviò Legato «a latere» nella città per trattarne il passaggio alla Santa Sede.
Benchè avesse a disposizione un esercito composto da 20.000 fanti e 7.000 cavalieri, non fu un'impresa militare.
Già regolata per via diplomatica da Enrico IV, pronunciatosi a favore della Santa Sede, l'Aldobrandini dovette semplicemente introdurre nella città di Ferrara la scomunica contro Cesare d'Este. Quest'ultimo inaricò Lucrezia d'Este delle trattative, che chiese per Cesare il ritiro della scomunica in cambio delle città di Ferrara, Cento e Pieve di Cento.
L'Aldobrandini riuscì addirittura a ottenere le simpatie della donna, che lo nominò erede una volta defunta.
L'amministrazione della città venne inizialmente affidata al legato, che se la cavò egregiamente rendendo ben accetto il nuovo governo alle classi popolari e concentrandosi sull'approvigionamento per la città e sul suo mercato del grano.
Clemente VIII lo incaricò poi di trattare la pace tra Carlo Emanuele I di Savoia ed Enrico IV di Francia che erano in guerra per il marchesato di Saluzzo; questione ormai annosa che destava la preoccupazione del papa dal 1598 e che si era andata a riacutizzare dal 1600, quando Carlo aveva dimostrato di non voler sottostare a certi accordi e il monarca francese aveva invaso la Savoia.
La missione fu portata a termine con successo.
Nel 1604 venne nominato Arcivescovo di Ravenna ma con l'elezione di Paolo V, Aldobrandini venne messo in disparte.
Perduta la segreteria di Stato ed anche la Legazione di Ferrara, si ritirò nella sua diocesi di Ravenna dove si preoccupò di introdurre i decreti del concilio di Trento (1545 - 1563). Qui rimase fino al 1621, anno in cui si recò a Roma per il Conclave seguito alla morte di Paolo V.
Il 10 febbraio dello stesso anno, durante lo svolgimento del Conclave veniva a morte.
Fu sepolto nella cappella di famiglia in S. Maria sopra Minerva a Roma. 

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Opere

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