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Abelardo ed Eloisa

1890

Schede

Vittorio Callegari (Pianoro, 1864 - ivi, 1942), Abelardo ed Eloisa, 1890. Ubicazione: Bologna, MAMbo, inv. 3490. Come riferisce con precisione l’iscrizione sul montaggio della fotografia si tratta del bozzetto del dipinto che vinse il concorso Baruzzi nel novembre del 1890. Ciò vuol dire che Callegari, aggiudicandosi il premio sulla base del bozzetto presentato alla giuria, si impegnava a consegnare la tela finita entro due anni e otteneva la possibilità di affrontare, anche economicamente, un lavoro importante. Il bozzetto misura infatti 102 x 66 cm e il dipinto finale, che entrava di diritto nelle Collezioni Comunali, quasi il triplo: 311 x 191 cm. In realtà proprio l’alto grado di finitezza del bozzetto fu motivo di proteste da parte degli altri concorrenti, in particolar modo dal gruppo dei toscani Attilio Pusterla (1862 - 1941), Ruggero Focardi (1864 – 1934) e Giorgio Kienerk (1869 - 1948), che contestarono la decisione della giuria trovando che Callegari aveva vinto perché aveva presentato un dipinto già completo e non un bozzetto; inoltre accusarono la giuria - composta da Achille Formis (1830 - 1906) in qualità di presidente, di Giacomo Lolli in qualità di segretario e composta da Enrico Panzacchi (1840-1904), del modenese Muzzioli (1854 - 1894) e dal toscano Eugenio Cecconi (1842 - 1903) - di aver favorito la vittoria di un bolognese. La giuria ribadì l’inappellabilità dei propri giudizi e osservò che rispetto a quello di Callegari fu quello di Focardi il dipinto “più rifinito e lavorato”. In ogni caso lo stesso Callegari inviò una lettera a propria difesa alla Commissione e la giunta comunale, confermò il risultato del concorso. D’altronde sia Pusterla (Sposalizio in un cimitero durante l’interdetto. Inghilterra 1207-1213) che Focardi (Ante occasum) erano stati nel numero dei quattro finalisti presi in considerazione dalla giuria insieme a Umberto Veruda (1868 - 1904) di Trieste (Deposizione del Doge Foscari) per il quale la commissione espresse una Lode formale. Il dipinto di Pusterla venne venduto dall’autore al pittore Giovanni Lessi di Firenze. Quanto a Callegari - che consegnò puntualmente la versione finita allo scadere del 1892 - ottenne una vittoria effimera e non ebbe successivamente altre possibilità di realizzare qualcosa di così ambizioso. Nel Palazzo Comunale, dove venne poi esposto l’Abelardo ed Eloisa incorniciato a spese del Comune, c’era dal 1888 l’Irnerio di Luigi Serra; Pierallini non sbaglia scrivendo: “La lezione del Serra, l’autore dell’’Irnerio’ [...], dovette giovargli nella stesura dell’ordito tonale e nella intensità misurata della composizione, evitandogli eccessivi languori”. Sia nel bozzetto che nel dipinto qualcosa nella vegetazione carnosa prelude al Liberty - in quei girasoli antistorici ma decorativi - in modo meno intellettuale e più libero di quanto accade nell’accuratissimo, disegnatissimo Serra; di più, i calanchi, prevalenti nel bozzetto, “corretti” nella versione finale con il monastero sullo sfondo, sono quelli che troviamo nei paesaggi di Luigi Bertelli e nei dintorni della Pianoro di cui Callegari era originario ed hanno una forza più cruda. Nel bozzetto si conserva l’ambiguità della figura nera e velata sullo sfondo, drammatica ed inquietante, che nel dipinto è sciolta in una più rassicurante monaca intenta al suo lavoro, maggiormente in armonia con il tono malinconico della versione finale. Oggi, sia il dipinto, acquisito con il concorso Baruzzi, che il bozzetto, donato dagli eredi, sono conservati nei depositi del MAMbo. Abelardo ed Eloisa è stato esposto recentemente nel 2014 in occasione della mostra L’Ottocento a Bologna nelle collezioni MAMbo e della Pinacoteca.

Isabella Stancari

Testo tratto da: Isabella Stancari, 'Il Primo album fotografico Belluzzi e i pittori bolognesi della Seconda metà del secolo XIX', Bollettino del Museo civico del Risorgimento, Bologna, anno LXIII - LXVI, 2018 – 2020, Bologna, 2022. Bibliografia: ASCBo, Segreteria generale, Carteggio amministrativo, 1890, Tit. XIV Istruzione, Rubrica 5° Arti Belle; ASCBo, Segreteria generale, Carteggio amministrativo, 1892, Tit. XIV Istruzione, Rubrica 5° Arti Belle; Pierallini 1973; Fabbri 2020.