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Villa Malvezzi Campeggi

Di rilevanza storica

Schede

Il toponimo Bagnarola -frazione a circa quattro chilometri da Budrio- deriva da "Balnearola" (luogo per bagni) e indica una terra anticamente ricca di acque, attraversata da numerosi scoli, che con i loro straripamenti creavano tratti paludosi. I terreni, una volta bonificati e divenuti floridissimi, furono scelti da alcune delle più prestigiose famiglie dell'aristocrazia bolognese per innalzare tra i secoli XVI e XVIII le loro superbe residenze di campagna, tanto che all'intera zona valse il titolo di “Versailles del Bolognese”. Il primo nucleo delle ville Malvezzi-Campeggi risale alla seconda metà del Seicento, quando il marchese Aurelio, acquistato un terreno della famiglia Cospi, diede il via alla ristrutturazione e all’ampliamento del casino di caccia cinquecentesco che vi si trovava. Meglio conosciuto come ‘palazzo Vecchio’, l’edificio è tuttora esistente anche se in cattive condizioni di conservazione. Nel Settecento iniziò una seconda fase della storia del complesso. Nel 1718, infatti, i fratelli Aurelio, Floriano e Matteo Malvezzi commissionarono all'architetto Gregorio Monari quello che è noto come "palazzo Nuovo"’ o ‘"Il Floriano". Fin dall'inizio dei lavori per la nuova costruzione intervenne però Alfonso Torreggiani ed è a lui che viene tradizionalmente riferita la paternità dello splendido edificio. Il prospetto principale, posto a settentrione, è composto da un importante corpo di fabbrica a ferro di cavallo. Il compimento di quello meridionale - che a fine Ottocento non era ancora terminato- fu affidato all'architetto Angelo Venturoli, che vi lavorò dal 1804 al 1812. Nel grande spazio davanti alla villa il 26 luglio, in occasione della festa di Sant'Anna, si svolgeva la tradizionale Fiera del Bestiame, che godeva di così solida rinomanza tra gli addetti ai lavori che vi giungevano venditori e compratori anche dalla Romagna.

Daniela Schiavina

In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna