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Urna cineraria di P. Rutilius Epaphroditus

urna 41- 68 d.C.

Schede

Provenienza: Roma. Rinvenuta prima del XVIII secolo, collezione Palagi

TRASCRIZIONE

Dis Man(ibus)

P(ubli) Rutili

Epaphroditi

TRADUZIONE

Agli Dei Mani.

Di Publio Rutilio Epafrodito.

La piccola urna di forma parallelepipeda e priva di coperchio, è decorata sulla fronte da due amorini alati che sostengono un festone vegetale. Ai piedi dei fanciulli sono due colombe, mentre al centro vi è un uccello, forse un gufo o una civetta, con le ali aperte. Al di sopra del rapace è la targa con l'iscrizione, che ricorda solamente il nome del defunto, il cui cognome grecanico ne lascia supporre un’origine libertina.

Curiosità: Per lungo tempo creduta proveniente dal municipium di Altino, in Veneto, quest’urna fu rinvenuta con ogni probabilità a Roma: già almeno dal XVIII secolo entrò a far parte delle collezioni archeologiche di un ramo della famiglia Grimani, nobile famiglia veneziana. Da qui, attorno agli anni 30 dell’800 l’urna fu venduta all’antiquario milanese Antonio Sanquirico che a sua volta la rivendette al pittore e collezionista bolognese Pelagio Palagi. Il Palagi alla sua morte nel 1860 lasciò al Municipio di Bologna le sue raccolte che confluirono nel nuovo Museo Civico, dove l’urna si trova tuttora.

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Consulta l’epigrafe nel database UBI ERAT LUPA

Descrizione tecnica

Marmo bianco: 22,5x29x24 cm. Inv. 19027