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Urna cineraria dei Mussii

urna Inizi del III secolo d.C.

Schede

Provenienza: Roma, dal mercato antiquario, già collezione Nani.

TRASCRIZIONE

L(ucius) Mussius

Trophimus

Callityche lib(ertae)

et coniugi suae

optimae et meritìs

suis karissimae

cum qua vixit annis

XXXXII tulit

annos LII

et sibi

TRADUZIONE

Lucio Mussio Trofimo (fece quest’urna) per Callitiche liberta e sua moglie eccelsa e amatissima per i suoi meriti, con la quale visse 42 anni, sopportò 52 anni, e per sè stesso

L’iscrizione ci racconta che questa urna, proveniente da una delle più ricche e famose raccolte di antichità del Settecento veneziano, quella di Giacomo Nani, appartenne a Lucio Mussio Trofimo e a sua moglie Mussia Callitiche, sua convivente dalla tenera età di dieci anni! È molto probabile che Trofimo fosse uno schiavo liberato, come tradisce il suo cognomen di origine greca, il quale a sua volta aveva liberato la propria schiava Callitiche, per poi renderla propria sposa.

Curiosità: la cassa dell’urna, destinata a contenere i resti incinerati dei due defunti, è riccamente decorata a bassorilievo con scene di carattere dionisiaco. Vi si vede infatti Sileno, di solito descritto come il seguace più vecchio e più ubriaco del dio Dioniso, seduto su un asino, accompagnato da satiri e da due devote, l’una con un cesto sulla testa, l’altra raffigurata mentre suona il flauto. Le scene dionisiache sono tra le preferite dai committenti romani per la decorazione delle proprie ultime dimore, siano esse sarcofagi o urne: se da un lato infatti possono considerarsi una sorta di augurio per la felicità ultramondana, dall’altro rappresentano anche una rievocazione delle gioie e dei piaceri della vita terrena.

Leggi qui lo storytelling creato per quest’urna.

Consulta l’epigrafe nel database EDR

Descrizione tecnica

Marmo bianco: 41x32x23,8 cm. Inv. 19044