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Stele Magistrini

1889

Schede

Il Monumento dedicato a Pellegrino Magistrini è posto nell’Esedra sud del Chiostro Maggiore del cimitero di Bologna. Il progetto fu presentato dall’autore, in data 28 febbraio 1887 al Sindaco della città e alla commissione incaricata del camposanto in modo che potesse essere valutato: “Il prof. Carlo Monari incaricato di eseguire il monumento rappresentante la benedizione dei sepolcri per ordine del sig. Cav.e Magistrini nel nostro Cimitero Comunale da collocarsi sull’intercolonio n° 4 dell’emiciclo d’ingresso, lati in Levante ne sottopone alla S. V. Ill. ma il disegno […]”. A distanza di pochissimi giorni, il 3 marzo, la composizione viene approvata. L’opera quindi è messa in opera e conclusa a più di due anni di distanza, il 27 luglio 1889.
L’artista affronta un soggetto non particolarmente frequentato nelle composizioni funerarie del periodo dando raffigurazione alla benedizione dei sepolcri ad opera di due eteri angeli che si stanno librando in volo dopo aver concluso il rito delle esequie, aspergendo l’incenso con il turibolo ed alzando più volte in atto benedicente una lunga croce. Monari anche in questa composizione dà un’ulteriore prova della sua grande abilità artistica affrontando il rilievo, tecnica in cui non tutti gli scultori si misurano e soprattutto non tutti sono in grado di distinguersi: scolpisce infatti una lapide a muro semicircolare coronata da una croce e arricchita da decozioni floreali da cui emergono, da una superficie di fondo astratta in origine dorata, due figure angeliche caratterizzate individualmente nei caratteri somatici ed espressivi del viso, nei lunghi capelli che sembrano mossi e spettinati dal vento, e nelle morbide pieghe delle vesti che seguono lo slancio ascensionale delle immagini verso l’alto. La figurazione è molto suggestiva anche se, come già detto, non molto comune nell’iconografia funeraria in cui siamo maggiormente abituati a vedere angeli in preghiera, del giudizio, della resurrezione, custodi, consolatori o in altre simili rappresentazioni.
Nell’immaginario funerario dell’Ottocento il tema dell’angelo risulta essere molto versatile, assumendo connotazioni e valori diversi. Lo stesso Monari propone in molte sue composizioni questa immagine privilegiandone e approfondendone uno dei suoi tanti caratteri. Oltre alla Tomba Rossi nella Galleria degli Angeli, si rimanda allo struggente angelo del Cippo Bassi del 1886, nel portico nord del Chiostro VII, che abbraccia con grande partecipazione un medaglione con l’immagine del defunto o all’altrettanto intenso angelo del Monumento Romei del 1872 in una cella della Galleria Tre Navate o al più convenzionale e manierato angelo della Tomba Cavalieri del 1869, sempre nella Galleria a Tre Navate del cimitero bolognese della Certosa.

Adriana Conconi Fedrigolli

Testo tratto da: Buscaroli B., Martorelli R. (a cura di), Luce sulle tenebre: tesori preziosi e nascosti della Certosa di Bologna, catalogo della mostra, Bologna, Bononia University Press, 2010.