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San Francesco e il Lupo

1973

Schede

Il primo contatto tra mio padre Farpi Vignoli e un esponente del Maggio Eugubino (mi pare si chiamasse Cirelli ed aveva un negozio adiacente al “Palazzo del gas", in cui si trovava lo studio di scultura) avvenne all'inizio degli anni ’70. Si trattava di realizzare un'opera scultorea in memoria del leggendario incontro tra il Santo Francesco e il Lupo. L'opera avrebbe poi dovuto essere collocata nel giardino di fronte alla piccola chiesa della Vittorina, eretta nel punto in cui si suppone fosse avvenuto il fatidico incontro. L'idea piacque molto a mio padre, sia per la presenza della Basilica di San Francesco in tutti i grandi dipinti realizzati dalla vetrata dello studio, al decimo piano del palazzo, rivolta in direzione della chiesa, sia perché in quel periodo era solito leggere “i fioretti” alla ricerca della giusta ispirazione per un possibile portale in bronzo della basilica.

In breve tempo avvenne l'incontro con l’allora responsabile della diocesi, Monsignore Origene Rogari, con cui nacque immediatamente una reciproca stima. Mio padre si mise subito al lavoro, prendendo spunto dal rapporto e dalle effusioni del suo compagno di vita a 4 zampe: un grande bracco tedesco! Appena ultimato il bozzetto in terracotta, lo stesso venne portato a Gubbio e presentato al Consiglio del Maggio Eugubino, per il benestare allo sviluppo dell'opera a grandezza naturale e la fusione in bronzo. Come atto conclusivo dell'iter approvativo, il bozzetto venne visionato dal vescovo di Perugia che però ne bocciò la realizzazione per “l’abbraccio” tra il lupo e il santo, contrario alla consolidata rappresentazione iconografica storica, con l'animale che porge la zampa alla mano di San Francesco. Monsignor Rogari fu quindi costretto, suo malgrado, a comunicare a mio padre la revoca dell'incarico esecutivo. Il vescovo di Perugia designò poi per la realizzazione dell'opera uno scultore italo-americano che avrebbe fornito gratuitamente la realizzazione in scala ridotta di analoga opera presente nella città di San Francisco. Prima di poter dare compimento all'incarico ricevuto, l'artista perse purtroppo la vita. Dopo qualche tempo, sempre dalla curia perugina, venne individuato un artista locale per realizzare la scultura secondo l'iconografia consolidata. Ma anche questo autore, dopo pochi mesi, scomparve. L’incarico di individuare un nuovo artista venne allora demandato alla curia romana. Così venne infine affidato il quarto incarico con uno scultore di Roma, comprendente il bozzetto approvato al quale sarebbe dovuta seguire la fusione in bronzo, a dimensioni reali. Il “prototipo” venne realizzato ed approvato, ma anche questa volta l'autore designato passò rapidamente a miglior vita. Fu il terzo decesso, di persone in apparente stato di salute “normale", nel corso di un periodo abbastanza breve. Nel frattempo mio padre aveva chiesto di incontrare il cardinale Giacomo Lercaro, per avere un parere di verità sulla propria interpretazione dello spirito francescano tra l'essere umano e l'animale. Nell’incontro il cardinale gli disse che l’immagine dell'abbraccio tra il Santo e il lupo, per la prima volta, esprimeva la sintesi dell’espressione “frate lupo" usata da Francesco. A Monsignor Rogari venne da Roma demandato l'incarico di individuare un autore che realizzasse l’ingrandimento del bozzetto approvato. Si trattava non più di una scultura “a tutto tondo" ma di un altorilievo. Rogari interpellò subito mio padre, al quale piacque la nuova idea di poter dare una più ampia interpretazione della vicenda, comprendente l'ambiente circostante i compagni di Francesco e la popolazione di Gubbio. Ed accettò l'incarico, nonostante il parere fortemente contrario di mia madre, preoccupata per quanto ripetutamente avvenuto nei mesi precedenti. Così trovò infine realizzazione la grande opera in bronzo, collocata nel Parco della Vittorina nel 1973.

Massimo Vignoli

settembre 2023