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Augusto Righi

1850 - 1920

Scheda

Fisico. Si laureò in ingegneria civile a Bologna nel 1875. Dal 1880 insegnò nelle università di Palermo e Padova. Nel 1889 rientrò a Bologna dove insegnò nell'istituto di fisica dell'Università fino alla morte. Più volte venne candidato al Premio Nobel. Sperimentalista puro, fu autore di ricerche sulle oscillazioni elettromagnetiche. A lui si deve l'introduzione del termine 'fotoelettrico' per spiegare l'omonimo fenomeno. La sua pubblicazione più importante è L'Ottica delle oscillazioni elettriche, studio sperimentale sulla produzione di fenomeni analoghi ai principali fenomeni ottici per mezzo delle onde elettromagnetiche (Bologna, Zanichelli, 1897). Agli esperimenti del Righi si ispirò Guglielmo Marconi, che seguì le lezioni e che potè accedere al laboratorio ed alla Biblioteca di Righi.

E' sepolto alla Certosa di Bologna, Chiostro VI portico ovest, lato esterno stele 9. Il busto bronzeo che lo ritrae è opera di Giuseppe Romagnoli (1872-1966) ed è firmato 'Romagnoli' e 'fonditore Laganà Napoli'. L'epigrafe della lapide recita: AUGUSTO RIGHI / FISICO INSIGNE MAESTRO INCOMPARABILE / GRANDE SPERIMENTATORE / DALLE OSSERVAZIONI ASSORGENTE ALLE LEGGI / APRI' RADIOSE VIE ALLA SCIENZA ELETTRICA / ONORANDO L'ANTICO STUDIO E LA PATRIA / IL MUNICIPIO POSE

"La mattina del 20 gennaio, all’Istituto di Fisica, in via Irnerio, in presenza dei ministri Oviglio, Gentile e Corbino, del Cardinale Arcivescovo Nasalli Rocca, del Sindaco e di tutte le autorità civili e politiche della nostra città si è inaugurato il monumento allo scienziato Augusto Righi, opera dello scultore cav. Borghesani. Fra lo scrosciare di una violenta pioggia si sono succeduti ispirati discorsi commemorativi. Parlarono il rettore prof. Sfameni, il sindaco Puppini, il prof. Majorana ed il ministro Gentile. Solenni e meritate furono le onoranze. Augusto Righi fu un principe della fisica, un ricercatore di fatti e un coordinatore di esperienze, un inseguitore e un assetato insaziabile di sempre nuovi e più ardui veri. Egli unì alla passione e alla somma perizia tecnica dell’indagine quella entusiastica genialità divinatrice onde dai fenomeni si sale alle leggi, e le ricerche del microscopio e del freddo apparecchio di gabinetto, servono alle sintesi sapienti. Percorse vasti campi della fisica, dominandoli da signore e da maestro, unendo la fiducia alla prudenza, e l’ardimento alla cauta modestia che è dei veri studiosi, a cui i salire discopre sempre più ampi orizzonti inesplorati, e insegna quanto sia ciò che ignoriamo in confronto di ciò che conosciamo. Augusto Righi – nato e vissuto a Bologna, in assiduo lavoro, in tenace attività, durata fino alla morte, che lo colse improvvisa, a 70 anni, nel 1920 – rappresentò tipicamente quello che può chiamarsi il "disinteresse" della scienza; il quale, mentre a spiriti mediocri può sembrare privo del pratico impulso necessario allo sforzo incessante, è in realtà la molla più possente dei grandi ricercatori del vero, perché è tutta interiore, è fatta di un amore puro e appassionato, tutto spirituale, libero e indipendente da stimoli esterni e materiali di lucri e di onore; e come non conosce le avide ambizioni del successo, così ignora gli scoraggiamenti della meta mancata. Avanza per la sua via, cercando disinteressatamente, e dall’errore ascende alla verità, e dal dubbio sale alla certezza.

La scienza applicata all’industria è magnifica cosa. Senza di ciò, la scienza rimarrebbe nei gabinetti degli studiosi, per un loro gusto d’ orgoglio egoistico, e non si divulgherebbe in pro’ del genere umano, per il bene, per l’utile, per la gioia dei viventi. Gli applicatori, i divulgatori, gli "organizzatori" di industrie tratte dalla scienza, sono altamente benemeriti, a Guglielmo Marconi e il telegrafo senza fili che da lui prende nome, è conosciuto in tutto il mondo, né alcuno se ne meraviglia, come nessuno si duole se quell’applicazione si traduce in ricchezza per lui e per i suoi soci nella grande impresa. La scienza "disinteressata" in confronto della scienza a tipo industriale, ha questa superiorità: che procede per la sua erta via, senza curarsi né di immediati successi pratici, né di prossimi lucri, né di glorie vicine o remote. Procede per sé, anche quando altri si arresterebbe. E sorvive e splende e grandeggia, nelle giuste rivendicazioni del tempo. Augusto Righi fu grande maestro; insegnante esemplare; e fece pertanto il suo Istituto di Fisica non pure rispettato nel mondo, come uno dei centri più attivi e produttivi di indagine scientifica, ma venerato ed amato dai giovani, che vi trovavano la scienza vera, seria, schietta, viva fatta persona; una persona, che non si chiudeva nel suo astratto pensiero, ma si guardava intorno, sapeva che il pensiero tanto più è vivo e capace di germogliare e fruttare, quanto più si espande e comunica, fiammella che ne accende mille e mille altre; e così moltiplicava anch’essa la propria vita nel petto dei giovani, e con loro formava la scuola del nobile senso di questa veneranda parola; la scuola, che è fucina di uomini nel mondo dell’ideale, fertile campo in cui di continuo si semina e di continuo si miete la vita eterna della Patria.

Testo tratto dal periodico "Il Comune di Bologna" - Gennaio 1924. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.