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Partigiani bolognesi nel Veneto

Militare 20 Dicembre 1943

Schede

Il CLN regionale stabilisce nell'autunno di ridurre drasticamente il numero delle bande partigiane in Appennino, ritenendo che la zona non si presti per la guerriglia.
I sopralluoghi fatti a Vado, Monterenzio, Lizzano per stabilire nuove basi sono stati infruttuosi. Secondo un rapporto del segretario comunista Alberganti, le "condizioni ambientali e geografiche" sono sfavorevoli: le montagne bolognesi non hanno un retroterra profondo, sono sprovviste di boschi e la buona viabilità permette efficaci rappresaglie. Inoltre in Appennino l'antifascismo è più debole e la popolazione, ancora succube del fascismo, non ha manifestato alcuna reazione dopo l'8 settembre.
Più di cento giovani partigiani bolognesi vengono così trasferiti nel bellunese a partire dalla seconda decade di dicembre, con una "lunga marcia" piena di pericoli e difficoltà. Andranno a costituire il primo nucleo della Divisione Nannetti, che rimarrà in linea fino alla Liberazione tra Veneto e Friuli.
Saranno 15 i bolognesi caduti in Veneto, tra cui la medaglia d'oro Francesco Sabatucci.

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