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Divisioni "Nannetti" e "Belluno" Garibaldi

estate 1944 - aprile 1945

Schede

Il nome di Nino Nannetti - un bolognese caduto nella guerra civile spagnola - fu dato nell'estate del 1944 ad un gruppo di brigate che operavano tra Belluno, Trento e Treviso. Chiamato Gruppo di brigate Garibaldi Nannetti, assunse il nome di divisione il 2 agosto 1944.
Presso la divisione operarono due missioni alleate. Dopo i durissimi combattimenti dell'estate la divisione fu divisa in due: la Belluno alla destra del fiume Piave con le brigate Gramsci, Pisacane, Fortunato Calvi, Fratelli Fenti e alcuni battaglioni autonomi e la Nannetti, sulla sinistra Piave, con le brigate Tollot, Cacciatori delle Alpi, Vittorio Veneto e alcuni battaglioni autonomi.
In seguito furono costituite numerose altre brigate che entrarono a far parte delle due divisione.
La divisione Belluno ebbe un giornale, "Dalle vette al Piave", diretto dal bolognese Duilio Argentesi.
Oltre 100 furono i partigiani bolognesi che militarono nella Nannetti, perché tra la fine del 1943 e l'inizio del 1944 il PCI bolognese aveva deciso di inviare nel Veneto i giovani che volevano partecipare alla lotta di liberazione, ritenendo inadeguato l'Appennino.
Il trasferimento avvenne in forma organizzata e per piccoli gruppi, in accordo con le organizzazioni antifasciste di Padova. Si trattò del più massiccio trasferimento di armati avvenuto nella Resistenza italiana.
Una cinquantina di combattenti rientrarono nel bolognese e gli altri furono inseriti nelle formazioni partigiane di Padova.
Questi i bolognesi che militarono nelle due divisioni: Libero Albertazzi, Ezio Antonioni, Francesco Antonioni, Duilio Argentesi, Giuseppe Armaroli, Duilio Astri, Alessandro Badiali, Modesto Benfenati, Luciano Besoli, Vero Betti, Augusto Bianchi, Ildebrando Bilacchi, Adolfo Bolognini, Lino Bonori, Amleto Bonzi, Dino Bonzi, Antonio Brenti, Luigi Brini, Armando Buttazzi, Ettore Buttazzi, Otello Calzoni, Libero Capponcelli, Dino Casadei, Primo Cavicchi, Luigi Cescon, Carlo Cicchetti, Luciano Cremonini, Guglielmo Cristoni, Guerrino Dall'Omo, Giuseppe De Luca, Athos Druidi, Orlando Evangelisti, Eligio Fabbri, Mario Fabris, Gilberto Fazzi, Giovanni Federici, Enrico Frabboni, Renato Galli, Dario Galvani, Giovanni Geminiani, Federico Gombi, Rino Gruppioni, Spartaco Gualandi, Enzo Guandalini, Emma Guerra, Claudio Landi, Enrico Landi, Giuseppe Landi, Aristodemo Marani, Rolando Milani, Gino Monti, Marino Moruzzi, Vittorio Muzzi, Nerio Nobili, Dino Pareschi, Giovanni Parini, Mario Pederzoli, Giorgio Pizzoli, Cesarino Poletti, Libero Poli, Bruno Reggiani, Renato Rimondi, Lodovico Rizzoli, Luciano Rizzoli, Renato Romagnoli, Mario Roncagli, Giuseppe Rosini, Vanes Rossi, Otello Sabattini, Paolino Sabattini, Carlo Salieri, Emer Signoris, Dante Spadoni, Stesano Stefani, Graziano Trerè, Mario Totti, Luigi Tubertini, Maria Vanzini, Giorgio Vicchi, Armando Vignoli, Primo Zanna, Orlando Zardi, Silvano Zerbini, Mario Zucchelli. I morti furono 15: Renato Benassi, Floriano Berengari, Libero Bergonzoni, Amleto Bordoni, Enio Bordoni, Renato Capelli, Cesare Caramalli, Innocenzo Fergnani detto Tino (per molto tempo chiamato Tino Ferdiani), Antonino Ghini, Bruno Guerri, Aldino Marchesi, Enrico Morselli, Giulio Pedretti, Marcello Serantoni, Flavio Tampieri. Rientrarono dal Veneto e caddero a Bologna quattro partigiani: Sergio Galanti, Francesco Sabatucci, Renato Serenari, Vincenzo Toffano. Nota. I partigiani di quest’elenco sono stati indicati - a differenza d’altri elenchi - con il criterio del dizionario biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945).
Sono stati inclusi quelli che nacquero o erano residenti nella provincia di Bologna dal 1943 al 1945. Sono stati quindi esclusi i caduti Esterino Bedeschi, Mario Pasi perché non bolognesi. Luciano Nicoletti, che figura in alcuni elenchi e in una lapide, è stato escluso perché militava in una brigata friulana.
[Nazario Sauro Onofri]