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Progetto per il monumento Legnani

1828 ca.

Schede

Attualmente i resti del defunto indicato nel disegno si trovano in una modesta tomba collocata nella Sala del Colombario ma, nel foglio del sepolcro, di fianco al suo nome, è indicato "m. 19 sett. 1828, già disumato nel Recinto delle Antichità". Da ciò deduciamo che il nostro foglio non è stato solo un’idea ma viceversa un progetto realizzato, e in data imprecisata distrutto. Le “celle” o “sale” delle antichità erano le originarie celle abitate dai certosini fino alla soppressione avvenuta nel 1796. Dopo il 1801 sono trasformate quali contenitori di antichità qui trasportate e salvate da chiese soppresse, ma a loro volta distrutte man mano che si realizzano gli  ampliamenti architettonici del cimitero. Purtroppo deve ancora rimanere nell’anonimato l’autore, in quanto la lacunosità dei documenti riguardanti il cimitero presenti nell’Archivio dell’Accademia di Belle Arti e nell’Archivio Storico Comunale, non ne hanno consentito l’individuazione.

Va sottolineata la grande raffinatezza esecutiva e la correttezza nelle proporzioni di tutti gli elementi decorativi, architettonici ed anatomici. Altro elemento da sottolineare è l’uso della lingua italiana a scapito di quella latina, a queste date ancora imposta dal Municipio, ma che  evidentemente non viene, o non si vorrebbe vedere, sempre applicata. Dal foglio sepolcrale n. 2388/1828 conservato presso l’Archivio Storico Comunale veniamo a conoscenza che "È morto Luigi Legnani, figlio del fu Alessio e della fu Maria Falfari, d’anni 51, nativo di Bologna. Era ammogliato con la Sig.ra Gertrude Cuzzani, di condizione maestro di calligrafia. Abitava nella via S. Andrea 2235 sotto la Parrocchia di S. Benedetto. Morto nel giorno 18 in un casino nel comune di Corticella alle ore 8 del mattino". Si indica infine come sia sepolto con "immissione nel deposito del Sig. Marcello Legnani nelle Antichità".

Ormai intrisi di romanticismo le epigrafi apposte nel disegno. Quella superiore ci indica come "…questo marmo chiude le onorande spoglie di Luigi Legnani, visso alla stima universa degli scolari ed allo stabilimento di venusta calligrafia incomparabile, morto pieno di fatiche e di meriti […] ahi cruda morte, ahi lo miglior spirò". La lapide inferiore invece: O caro Duce o nostro ben perduto, ahi non ci è dato favellar più teco, ma il nostro labbro e della Patria l’eco, di te de’ pregi tuoi nunqua fia muto.

Roberto Martorelli

Testo tratto dal catalogo della mostra "Luce sulle tenebre - Tesori preziosi e nascosti dalla Certosa di Bologna", Bologna, 29 maggio - 11 luglio 2010.