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Principaux ornements des tissus, jusqu’au XIXme siécle (Les)

1907

Schede

Il patrimonio librario contenuto nella ricca Biblioteca del Collegio Artistico Venturoli di Bologna, è costituito da una cospicua ed eterogenea collezione di opere di assoluto rilievo, raccolte nel corso degli anni di attività dell’Istituto con l’obiettivo di garantire ai giovani borsisti una formazione artistica “a tutto tondo” e tale da fornire loro una cultura di tipo superiore.

L’esigenza di rinnovare e aggiornare costantemente i suoi contenuti per rispondere alle esigenze artistiche degli allievi, ha portato alla raccolta di opere estremamente varie nella tipologia degli argomenti trattati e per la maggior parte ancora inesplorate dagli studiosi moderni, alcune delle quali si caratterizzano per una onsolita tipicità. E' questo il caso dell’opera qui in esame di Frederic Fischbach (1839-1908), designer tessile tedesco cui si deve un grande riconoscimento per il decisivo apporto che diede al progresso delle arti tessili industriali alla fine dell’Ottocento. Dopo aver studiato Disegno Industriale presso l’Accademia di Berlino, nel 1862 Fischbach si trasferì a Vienna dove intraprese la professione di decoratore e disegnatore, divenendo nel 1870 anche Docente di Ornamento. Inoltre, negli anni tra il 1883 e il 1888, ricoprì la carica di Direttore della Scuola d’Arte Industriale di San Gallo, una delle più importanti scuole di arti applicate e nate nel corso del XIX secolo in Europa, che proponevano una formazione specialistica orientata principalmente alle industrie locali. La particolarità della sua opera appare evidente giàa dalla semplice visione delle tavole illustrate. Pubblicata a Bruxelles nel 1907, l’opera fu tradotta in lingua francese nello stesso anno e si compone di 5 volumi comprendenti numerose stampe a colori, non rilegate e sciolte tra loro, che illustrano i principali e più diffusi ornamenti impiegati nelle vesti fino al XIX secolo, secondo una distinzione sia temporale sia geografica. Ne rappresentano elementi distintivi la totale assenza di parti testuali, ad eccezione delle brevi descrizioni poste sul fondo di ciascuna tavola, nonché la straordinaria intensità, luminosità e varietà dei colori impiegati nelle illustrazioni che vede affiancarsi colori perlati, come l’oro e l’argento, a colori più opachi e presenti in varie gamme, tali da trarci in inganno e indurci a pensare che si tratti di tessuti reali.

Com’e noto, la diffusione in Europa di una forma di collezionismo che interesso numerosi ambiti storico-artistici e culturali, tra i quali anche il settore tessile, favorì la nascita tra XVIII-XIX secolo dei principali Musei Moderni di arti decorative, quali il Museo di Londra, di Parigi e di Vienna. In questo clima stimolante caratterizzato dalle grandi esposizioni universali internazionali, anche le maggiori città italiane furono lo scenario di numerose esposizioni che, soprattutto negli ultimi anni del XIX secolo, diedero nuova linfa al collezionismo e all’antiquariato tessile. In questi termini, dunque, non deve stupire che l’opera di un designer tessile quale fu Fischbach sia giunta in possesso del Collegio Venturoli. La consultazione dei più diversi esempi del passato, infatti, era considerata un ottimo spunto per il lavoro degli artisti, costituendo non solo una fonte di ispirazione ma soprattutto un utile e tanto necessario strumento per contestualizzare correttamente le proprie realizzazioni artistiche. Non a caso, all’interno dell’Istituto, lo studio dei costumi e dei panneggi rappresento certamente un aspetto di trattazione didattica estremamente importante sin dai primissimi anni dalla sua fondazione. A testimonianza di ciò, possiamo ricordare alcune registrazioni individuate nei libri contabili dell’Economo circa l’acquisto di libri specializzati nella storia dell’abbigliamento e del costume, nonchè una trascrizione dell’allievo Ettore Buttazzoni nel Diario del Segretario del 1870 che ci informa su una lezione tenutasi specificatamente sul panneggio degli antichi. Pertanto, anche l’utilizzo dell’opera di Fischbach, attualmente collocata nella cosiddetta Sala delle Perizie del Collegio Venturoli, parrebbe riconducibile alle lezioni d’arte cui gli allievi partecipavano regolarmente all’interno sia dell’Istituto stesso sia dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Purtroppo, ad oggi non e stato individuato alcun riferimento utile a chiarirci le modalità o il periodo d’ingresso dell’opera nel Collegio. Nella speranza che nuovi documenti diano prossimamente maggiori e nuove indicazioni o conferme al riguardo, il riscontro nei libri contabili di diciture spesso generiche, parallelamente all’inevitabile perdita nel corso degli anni di alcune ricevute d’acquisto, non hanno permesso di chiarire quest’aspetto. Ciò nonostante, sapendo che le opere originariamente di proprietà dello stesso Angelo Venturoli, così come quelle ricevute a seguito di successivi lasciti testamentari, si distinguono rispetto alle opere regolarmente acquistate mediante alcuni riferimenti presenti sulle copertine delle stesse, la totale assenza di annotazioni sulle copertine dei cinque volumi di proprietà del Collegio, permetterebbe di affermare con quasi assoluta certezza che l’opera sia stata oggetto di acquisizione da parte dell’Amministrazione, probabilmente poco dopo la sua pubblicazione.

Manuela Lamborghini

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015.