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Fanteria - 59° e 60° reggimento, brigata Calabria

Schede

La Brigata riunisce i battaglioni del 59° Fanteria, di stanza a Civitavecchia, e del 60° Fanteria, di stanza a Viterbo.

Anno 1915

La Brigata “Calabria” è il 25 maggio nella zona di Agordo (nel Bellunese), alle dipendenze della 18a divisione. Entra in linea ad inizio luglio nel settore del Col di Lana, concorrendo all'attacco verso gli sbarramenti dell'Alto Cordevole. Reparti del 59° occupano lo sperone Col di Lana-Castello, ma ulteriori tentativi di sfondare le linee nemiche nei giorni successivi non hanno lo stesso successo. Alla fine di luglio la Brigata passa ad operare sul costone di Salesei, sempre nel medesimo settore. Il 2 agosto viene lanciata una nuova offensiva: reparti del 60° concorrono all'occupazione di una trincea nemica del «Panettone» del Col di Lana, da cui però vi è un ripiegamento quasi immediato per via dell'intenso tiro dell'artiglieria avversaria. A fine mese il 59° sostituisce in linea il 60°: il 29 agosto un suo battaglione riesce, malgrado la resistenza nemica, a portarsi fin sotto il «Cappello di Napoleone».

L'offensiva riprende ad ottobre: alla “Calabria” è affidato l'attacco alla zona fortificata La Corte-Monte Sief, che si vorrebbe testa di ponte per poi procedere verso il Col di Lana. Tra il 18 ottobre e il 2 novembre le truppe tentano di penetrare nel forte diroccato, ma la violenza del contrattacco avversario impone ai nostri di ripiegare.

Una colonna speciale, formata tra gli altri da due battaglioni del 59°, riesce il 26 ottobre a prendere il «Cappello di Napoleone» e la sella compresa tra questa posizione e la Cima Lana. Un battaglione del 60°, agli inizi di novembre, riesce inoltre a raggiungere la Cima del Col di Lana, ma la notte stessa un contrattacco austriaco impone il suo repentino abbandono. Un altro attacco successivo condotto da due compagnie speciali, di cui una del 59°, si risolve anch'esso in un nulla di fatto.

Quattro giorni prima di Natale, la Brigata è trasferita nella zona compresa tra Caprile ed Alleghe, sempre nel Bellunese, dove i reggimenti sono chiamati ad alternarsi nel presidio delle posizioni verso il Col di Lana.

Anno 1916

Durante l'inverno i reggimenti continuano ad alternarsi in linea, mentre viene predisposta una mina che è fatta esplodere il 17 aprile. Il giorno successivo allo scoppio degli oltre 5.000 kg di gelatina contenuti nella bomba, reparti del 59° si lanciano verso la Cima Lana: il I battaglione riesce ad occupare il suo obiettivo, mentre il III non riesce a giungere al rovescio di quella medesima posizione. Qualche giorno dopo è il 60° ad entrare in azione, tentando alcune sortite verso il Monte Sief ed il cosiddetto «Montucolo austriaco», che però non hanno successo.

A metà del luglio la Brigata, passata ora alle dipendenze della 17a divisione, viene trasferita in Val Travignolo, nel Trentino. Qui le è assegnato come obbiettivo la conquista della fronte compresa tra il Piccolo Colbricon e la Cima Stradon. Questo secondo bersaglio è toccato dagli uomini della “Calabria”, ma gli austriaci riescono a difendere le loro posizioni, infliggendo alla truppa pesanti perdite. Per tutto l'agosto si succedono inefficaci sortite verso i reticolati del Piccolo Colbricon, che causano un totale di oltre 650 caduti.

Fino al dicembre i reparti si alternano in prima linea, impegnandosi in lavori di rafforzamento e di pattugliamento.

Anno 1917

Sino al novembre la Brigata rimane impegnata negli stessi settori dell'anno precedente, senza che si registrino avvenimenti notevoli.

In seguito al ripiegamento dal fronte giuliano, la “Calabria” si porta l'8 novembre a Bassano, quindi sul rovescio del Monte Tomba (sulle Prealpi Bellunesi), agli ordini del IX Corpo d'Armata. Alcuni reparti del 60° vengono mandati in prima linea, nel tratto Osteria Monfenera-Monte Tomba: qui l'urto austriaco è poderoso e il 22 novembre gli uomini sono costretti a ripiegare. In un secondo momento, dopo 5 contrattacchi, la truppa riesce a reimpossessarsi del terreno perduto, toccando la quota 877 del Tomba.

Ai primi di dicembre la Brigata riceve il cambio da truppe francesi, e si trasferisce per il riordino nella zona di Oné di Fonte. Ad una settimana da Natale, è tradotta nella regione del Monte Grappa: qui, alle dipendenze della 59a divisione, si schiera in seconda linea tra Col Moschin e Col Fenilon, dove permane sino alla fine dell'anno.

Anno 1918

Gli uomini della “Calabria” si alternano tra la prima linea e la zona di riposo nella regione del Grappa sino al lancio dell'ultima offensiva austriaca sul Piave, nel giugno.

Il 15 il nemico lancia un violento attacco d'artiglieria verso le nostre posizioni di Col Fagheron, Col Moschin, nonché contro la zona compresa tra Casera Cestarotta e Rocco Anzini. Il 59° resiste fin quando le perdite subìte non lo costringono a ripiegare: tale è la situazione del 60°, che cede dal settore di prima linea arretrando verso la Val Manara. Arginata l'offensiva nemica, ad inizio luglio i due reggimenti rioccupano la linea Ca' d'Anna-Col del Miglio.

Nei mesi successivi, la Brigata alterna la truppa nel tratto di prima linea, limitandosi ad attività di pattuglia e a sporadici colpi di mano.

Alle viste della Battaglia di Vittorio Veneto la Brigata concorre, coadiuvata dagli uomini della “Bari”, ad una sortita verso il Monte Asolone. Il mattino del 29 è lanciato un attacco contro il Col della Berretta, ma la reazione del nemico è così violenta da costringere i reparti a ripiegare sulle loro posizioni di partenza.

La “Calabria” è inviata il 30 nei pressi di Bassano, per riposarsi: qui rimarrà fino al termine delle ostilità.

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. III, Roma, Libreria dello Stato 1926, pp. 143-147