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Giovanni Bernardi

24 Marzo 1892 - 9 Giugno 1954

Scheda

Figlio di Adele Bernardi e di padre ignoto, di fede repubblicana, nel giugno 1910 si iscrisse alla Scuola dei Regi Carabinieri, ottenendo l’abilitazione al servizio come carabiniere a piedi all’inizio dell’anno successivo, venendo assegnato alla Legione Territoriale di Bologna. Tra il 1911 ed il 1912 partecipò alla campagna di Libia (matricola n. 44375): il 1° novembre 1911 si imbarcò da Napoli per la Tripolitania e la Cirenaica dove venne inquadrato nella Legione di Napoli. Nel 1913, alla fine delle ostilità, fece ritorno in Italia. Ai primi del 1914 Bernardi venne riformato ed in seguito congedato in base ad una determinazione del direttore dell’Ospedale di Napoli. Nonostante ciò, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si recò in Francia per arruolarsi nei ranghi del nascente corpo di spedizione garibaldino. Nel marzo 1915, all’indomani dello scioglimento di quella legione, fu fatto rimpatriare a Bologna con foglio di via obbligatorio consegnatogli dagli ufficiali di PS di Ventimiglia. Per questo, una volta presentatosi alla Prefettura del capoluogo emiliano, cominciò ad essere vigilato.

Nel febbraio 1918 vennero annullati gli atti relativi al suo congedo dall’esercito e pertanto fu reinserito nelle liste di leva come soldato di 1a categoria. Il 15 luglio successivo fu assegnato al deposito forlivese dell’11° Reggimento Fanteria, Brigata Casale, giungendo tre giorni dopo in zona di guerra con il grado di caporale. Nuovamente riformato nel giugno 1919, fu congedato l’11 ottobre di quello stesso anno. Fatto ritorno a Bologna, si iscrisse in un non meglio precisato sindacato dei combattenti, all’interno del quale però non ebbe nessuna influenza. Nel 1923 risultava impiegato come facchino alla manifattura tabacchi. Sposato con Lucia Morotti (1898-1954) ebbe tre figli. Morì all’età di 62 anni.

Andrea Spicciarelli

Bibliografia: M. Gavelli, F. Tarozzi (a cura di), Tra Nizza e le Argonne. I volontari emiliano-romagnoli in camicia rossa 1914-1915, Museo Civico del Risorgimento, Bologna 2016, pp. 137-138