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Partito socialista unitario italiano, (PSUI)

1922 - 1925

Schede

I socialisti riformisti espulsi dal PSI nell’ottobre 1922 diedero vita al Partito socialista unitario italiano (PSUI). Inizialmente fu chiamato Partito socialista unitario, poi Partito socialista italiano unitario e infine PSUI.
Dopo la scissione comunista, avvenuta nel gennaio 1921 al congresso di Livorno, il PSI era stato espulso dalla Terza internazionale comunista. Per esservi riammesso fu costretto ad espellere l’ala riformista, come Mosca pretendeva dal 1920. L’espulsione avvenne al termine del XIX congresso svoltosi a Roma dall’1 al 4.10.1922.
La mozione massimalista ottenne 32.106 voti contro i 29.129 di quella riformista; 3.180 gli astenuti.
L’espulsione di un gruppo politico che rappresentava poco meno della metà del PSI, debilitò ulteriormente il fronte antifascista, già indebolito dalla scissione comunista. Fu il più grosso regalo che i massimalisti potessero fare a Mussolini alla vigilia della “marcia su Roma”.
Primo segretario fu Giacomo Matteotti. Organo ufficiale divenne “La Giustizia”, diretta da Treves.
Il PSUI fu sciolto nel novembre 1925, dopo il mancato attentato di Tito Zaniboni contro Mussolini.
Nel marzo 1926 i socialisti riformisti diedero vita al Partito socialista dei lavoratori italiani (PSLI). In esilio in Francia il partito riassunse il nome di PSUI e per qualche tempo anche di PSULI.
Il 19 e 20.7.1930 PSUI o PSULI e PSI si unificarono a Parigi e il nuovo partito assunse il nome di PSI.
A Bologna, nel 1922, furono espulsi dal PSI esponenti autorevoli come Francesco Zanardi e Genuzio Bentini e quasi tutti i dirigenti della CCdL e della Federazione lavoratori della terra. I principali dirigenti furono Giulio Zanardi, Giuseppe Raffaele Serrantoni, Giovanni Pilati, Silvio Alvisi e Mario Longhena. Segretari provinciali del PSUI furono Serrantoni, Aurelio Becca e Pilati nel 1925. Il prefetto, in una relazione al ministero dell’Interno, il 27.2.1925, scrisse che aveva «poche centinaia di aderenti» (ASB, GP, 1925, b.1.418, cat.7, fas.1, “Partiti politici esistenti”).
Nelle elezioni del 6.4.1924 il PSUI risultò (nella circoscrizione regionale) il partito più forte della sinistra. Ebbe 43.559 voti (contro i 34.157 del PSI e i 23.100 del PCI) e 3 deputati: Camillo Prampolini, Gregorio Agnini e Nino Mazzoni. Nella provincia di Bologna raccolse 7.943 voti, dei quali 4.665 nel comune di Bologna. [O]