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Palazzo Dall’Armi Marescalchi

Di rilevanza storica

Schede

Il palazzo che i Dall’Armi avevano costruito nel 1466 e rifatto nel 1613, in via delle Asse all’antico numero 1193 (ora via IV Novembre n. 5), era pervenuto ai Marescalchi alla morte dell’ultimo maschio della famiglia nel 1614, per il matrimonio di Eleonora Dall’Armi con il senatore Vincenzo Marescalchi. Il palazzo fu ricostruito nel suo lato orientale in seguito alla demolizione operata nel 1777 di alcuni stabili, venduti ai Caprara per l’apertura della piazzetta antistante il loro palazzo (ora tutta l’area è stata ridisegnata per l’apertura nel 1935 della piazza Roosvelt; Fanti, Le vie, II, p. 686). Ferdinando Marescalchi provvide poi ad una generale ristrutturazione del palazzo, dedicando particolare cura e spesa all’appartamento di rappresentanza al piano nobile, e chiamando Felice Giani a ridecorarne gli spazi. Lo stesso Ferdinando iniziò, a partire dal 1811, la creazione di un giardino, acquistando gli stabili confinanti sul lato occidentale del palazzo, in parte di proprietà della famiglia Sorra Munarini (il palazzo al vecchio numero 1194, ora 7), che si estendevano fino alla via allora detta Imperiale di San Prospero e intitolata poi a Cesare Battisti.

Dopo la morte di Ferdinando, il giardino all’inglese fu completato dal figlio Carlo, che demolì gli stabili in angolo fra via delle Asse e via Imperiale (ma non il palazzo Sorra Munarini, adattato anzi al nuovo complesso), e innalzò un muro a protezione dagli sguardi indiscreti. Per il resto, Carlo non seppe interessarsi granché, se non all’aumento, almeno alla conservazione del patrimonio familiare, dando inizio anzi al processo di dispersione delle raccolte e dei beni paterni, che culminò all’inizio del Novecento con l’alienazione del palazzo di famiglia agli Orlandini. Variamente e malamente utilizzato, il palazzo subì anche, durante l’ultima Guerra, due bombardamenti, uno dei quali colpì la parte ex Sorra Munarini e un altro sfondò il salone di rappresentanza. Nel 1961, dopo che i nuovi proprietari (una società immobiliare) ne avevano chiesto l’abbattimento, fu acquisito dal Ministero del Tesoro, che ne avviò il restauro e lo destinò alla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici dell’Emilia. La parte ex Sorra Munarini, dove nel 1874 nacque Guglielmo Marconi, era stata sopraelevata di due piani in stile neoclassico agli inizi del Novecento, ed usato come sede universitaria. La sorte peggiore toccò al giardino, in gran parte riedificato, con l’innalzamento di un terzo imponente caseggiato allineato agli storici Dall’Armi Marescalchi e Munarini Sorra.

Silvia Benati