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Palazzo Zagnoni

Di rilevanza storica

Schede

Il palazzo, situato ai numeri 25-27 di via Castiglione, nacque in seguito alla fusione di distinte proprietà immobiliari e fu in origine la residenza di un ramo della famiglia senatoria Ariosti, che si insediò nella strada nel 1414 e vi abitò per quasi tre secoli. La prima ristrutturazione dell’edificio ebbe luogo nel 1540, quando Ettore Ariosti intraprese lavori di sistemazione e abbellimento dell’interno tralasciando completamente la fronte, caratterizzata da un portico a pilastri di legno; la dimora conservò un aspetto esteriore piuttosto modesto fino alla metà del ‘700.

I primi anni del XVIII secolo videro il trasferimento degli ultimi discendenti del casato nella residenza di via San Felice e l’acquisto dell’immobile nel 1706 da parte di Giuseppe Maria Zagnoni, la cui famiglia occupava da molti anni lo stabile adiacente; seguirono le annessioni di casa Cavazza e casa Poeti, che permisero agli Zagnoni di disporre di un ampio complesso edilizio che fu necessario sottoporre ad interventi di restauro tesi ad equilibrare la composita miscela di stili che caratterizzava i singoli edifici. Nel 1756 il marchese Antonio, figlio di Giuseppe Maria, ottenne dal Senato l’autorizzazione per sostituire i pilastri di legno con un portico di colonne di pietra; i lavori proseguirono sino al 1764 su iniziativa di Giuseppe, figlio di Antonio, che incaricò l’architetto Francesco Tadolini, uno fra i maggiori esponenti del neoclassicismo bolognese, di progettare la nuova fronte e di risolvere i problemi derivanti dall’eterogeneità dei prospetti (ciononostante casa Cavazza e casa Poeti mantennero la loro fisionomia originaria).

Nell’inventario patrimoniale redatto nel 1729 da Giulio Valeriani è possibile notare l’impressionante quantità di opere d’arte possedute dalla famiglia, tra cui figurano moltissimi quadri attribuiti ai maggiori maestri della scuola bolognese tra il XVI e il XVIII secolo, a celebri artisti italiani e stranieri. I preoccupanti problemi finanziari che coinvolsero gli Zagnoni nel corso degli anni costrinsero il marchese Giuseppe a disfarsi dell’azienda serica di famiglia e del palazzo di via Castiglione, che dal maggio 1797 aveva ospitato il direttorio della Repubblica Cispadana. Nel 1802 il palazzo e l’attigua casa Poeti pervennero attraverso un contratto vitalizio a Giuseppe Spada Veralli, figlio del senatore Muzio e di Teresa Pepoli: l’acquisto della proprietà venne suggellato dalla pittura dello stemma gentilizio della famiglia, oggi a malapena visibile sul portale dipinto del palazzo. La ricca quadreria degli Zagnoni venne in parte incamerata dai pronipoti e in parte venduta. La decorazione pittorica delle stanze, commissionata dal principe Clemente Spada Veralli, comprende opere di Girolamo dal Pane, autore fra l’altro della fresca rappresentazione delle divinità marine nella sala da bagno, le sculture di Massimiliano Putti, gli ornati di Giuseppe Badiali e di Giuseppe Manfredini. L’estinzione del ramo Spada Veralli, con la morte di Federico Augusto, recò la proprietà dell’appartamento alla sorella Maria; successivi passaggi consegnarono il palazzo al Circolo della Caccia, dove tuttora risiede dal 1927.

Mara Casale