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Palazzo Hercolani

Schede

Palazzo Hercolani, situato in Strada Maggiore all’angolo con l’attuale via dei Bersaglieri, venne edificato sugli stabili appartenuti ai Muzza, ai Manzi e ai Nascentori per iniziativa di Filippo Hercolani, che nel 1793 incaricò l’architetto Angelo Venturoli di costruire una sontuosa dimora per il ramo principesco della famiglia. Il ramo senatorio risiedette fino al 1785, anno della sua estinzione, al n. 30 di via Santo Stefano, nell’edificio costruito dai Bargellini che pervenne in seguito agli Hercolani di Strada Maggiore. La felice combinazione di moduli classici di stile neocinquecentesco e soluzioni di gusto barocco operata dal Venturoli fa di palazzo Hercolani, si potrebbe dire, il compendio dell’edilizia senatoria bolognese. Alle forme pulite della facciata si mescola la teatralità del grandioso scalone d’onore decorato dai gruppi scultorei di soggetto mitologico di Giacomo De Maria e sovrastato nella volta dall’Apoteosi di Ercole di Filippo Pedrini; sul neoclassicismo d’indirizzo internazionale di De Maria si innesta la tradizione locale, che nelle decorazioni pittoriche deriva le sue suggestioni direttamente dalla scenografia.

Celebre in questo senso è la Boschereccia dipinta al pianterreno da Rodolfo Fantuzzi, preludio del grande giardino voluto agli inizi dell’800 da Astorre Hercolani e ispirato ai grandi parchi europei di fine Settecento. L’illusionismo scenico dell’ambiente è così suggestivo da aver spinto Astorre a collocare al centro della stanza una copia dell’Amore e Psiche di Canova, inviatagli dallo scultore Tadolini, a imitazione delle statue nel parco. Si nota il grande distacco che Fantuzzi prende dal maestro e quanto formativo sia stato per lui il soggiorno romano durante il quale ebbe l’opportunità di ammirare i grandi pittori del seicento: Poussin e Claude Lorrain. Appena entrati nella stanza ci si trova nella prima rigogliosa radura boschiva di un parco informale in cui sono collocate delle sculture. Gli alberi si innalzano rigogliosi nei primi piani (platani e pini) con monumentale grandiosità e dovizia di particolari. La virtuosa finzione era accentuata dal pavimento dipinto con le ombre, realizzato in graniglia di marmo, “alla veneziana”, secondo l’usanza del tempo. Ancora a Filippo Pedrini, in collaborazione con l’ornatista Flaminio Minozzi, si deve l’allegoria di Apollo e le Ore nel salone d’onore al piano nobile. I numerosi affreschi di carattere allegorico sulle volte delle altre sale sono opera dei migliori artisti dell’epoca: Antonio Basoli, Gaetano Caponeri, Vincenzo Armani e David Zanotti, questi ultimi autori di due stanze decorate “alla cinese”.

Attualmente il palazzo è sede della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, che lo acquistò dalla famiglia Hercolani nel 1973. Tra il 1995 e il 1997 sono stati eseguiti i lavori di restauro dello scalone, del salone d’onore e della stanza con cineserie.

Mara Casale, Carolina Calegari