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La compagnia degli Ussari di Bologna

Militare 1797

Schede

Nella sua cronaca, in data 5 ottobre 1797, Tommaso de’ Buoi annota, esterrefatto, l’ennesima aberrante iniziativa del comandante in capo dell’Armata d’Italia: “Mentre attendevansi nuove consolanti, un ordine severo venne dall’imponente Generale Bonaparte che mise tutti i Buoni in costernazione. Si vuole dal nostro Liberatore dalla nostra Città 60 giovani tra i 18 e 25 Anni delle famiglie più ricche e distinte, equipaggiati di Cavallo e divisa ed armi; questi forse dovranno essere gli ostagi della nostra libertà, o pure mezzo termine per imporre una enorme gravezza”.

L’arruolamento fu portato a termine fra l’atteggiamento ironico o apertamente canzonatorio della classe meno abbiente, che aveva fino ad allora sostenuto il peso della leva forzata. Il “Quotidiano Bolognese”, dando notizia dell’ordine di reclutamento, sottolineava che i ricchi dovevano essere contenti di potere finalmente anche loro contribuire alla istituzione della Repubblica, fino ad allora demandata al popolo. Il mese dopo, alla partenza del gruppo per Milano l’11 novembre, lo stesso “Quotidiano” non si trattenne dal notare che “alcuni di questi guerrieri in noviziato temendo di logorarsi le delicate natiche non avvezze a premer le selle de’ cavalli hanno ottenuto dal comandante francese della Piazza di trasferirsi a Milano col maggior comodo possibile” in carrozza privata, e, come riferisce anche de’ Buoi, con servitori e bagaglio al seguito.

L’arruolamento faceva parte di un disegno nazionale: «Bonaparte leva (27 settembre) per chiamata forzata 480 giovani delle famiglie più cospicue, che abbiano a montarsi, vestirsi, equipaggiarsi e nutrirsi a proprie spese (salvo il foraggio pei cavalli) e ne compone un corpo di usseri diviso in tredici compagnie guidate da altrettanti capitani e competente numero di uffiziali, tutti scelti dagli usseri stessi» (Zanoli, I, pp. 3 e 4). L’esperimento fu sostanzialmente un insuccesso. Il corpo (da cui molti, pur partiti, riuscirono ad essere di lì a poco esonerati) non partecipò a nessun fatto d’armi e fu disciolto quando Bonaparte partì dall’Italia: «pochi rimasti volontariamente al servizio col grado di sottotenente, sono ordinati in una compagnia di guide comandata da Jaquet e Gerardi Carlo di Lonato» (Zanoli, I, pp. 3 e 4). 

Di seguito i nomi degli ussari bolognesi, secondo i cronisti del tempo (oltre al citato Tommaso de’ Buoi, Baldassarre Carrati, Bologna nuova, B 621, cc. 94-95).
- Capitano: Cesare Bianchetti
- Tenenti: Agostino Pizzardi e Luigi Ceneri
- Quartier Mastri: Valerio Morelli e Gaetano Marescotti
- Brigadieri: Cesare Zini e Giacomo Zambeccari

Ussari (in ordine alfabetico):
Agucchi Alessando, Arnoaldi Filippo, Babina Pietro, Banzi Antonio, Bontadini Felice, Boschi Valerio, Bruschetti Arcangelo, Cacciari Giacomo, Casolari Nicola, Cermasi Lodovico, China Sante, Clò Angelo, Conti Castelli Pietro, Davia Virgilio, De Lucca Gaetano, Diolaiti Ottavio, Gherardi Luigi, Gozzadini Giuseppe, Hercolani Astorre, Isolani Procolo, Malvezzi Vincenzo, Marchesini Antonio, Massa Alfonso (Emanuelle in Carrati), Mellara Lorenzo, Merendoni Carlo, Negrini Giulio (non è in Carrati), Palmieri Carlo, Palotta Giuseppe, Pasi Gaspare (non è in Carrati), Ranuzzi Francesco, Rinaldi Giuseppe, Rizzardi Ferdinando, Rusconi Giacomo, Sampieri Antonio, Sforza Vittorio (soltanto in Carrati), Tomba Lorenzo, Ungarelli Camillo (non è in Carrati), Vittori Benedetto, Zani Giovanni Battista, Zaniboni Francesco

Da notare che non avrebbero dovuto essere concessi cambi, ma, stando al Carrati, Felice Bontadini partì al posto di un Segni e Angelo Clò al posto di un Bevilacqua.

Silvia Benati