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Chiesa Santa Maria Maggiore

Di rilevanza storica

Schede

"In via Galliera. Appartiene al novero delle più antiche chiese di Bologna e le sue origini risalgono, molto probabilmente ai tempi apostolici. Il Sigonio, nella Vita del vescovo Lamberto, riferisce una Bolla di papa Gregorio VII, dalla quale rilevasi che questa chiesa esisteva fin dal 535. Fu più volte rifabbricata e, nel 1665, a spese del senatore Antonio Ranuzzi fu fatta la volta e ridotta press’a allo stato attuale. Anche durante il pontificato del bolognese Benedetto XIV (Lambertini) questa chiesa venne arricchita ed abbellita. Ha dodici cappelle, senza dire del presbiterio coll’altar maggiore; in tutte si notano dipinti di buona scuola del Tiorini, del Graziani, dello Spisanelli, di Ubaldo Bonvicini, del Fontana e di altri. Vi si conserva pure un Crocefisso, scolpito in legno di fico, antichissimo, ritenuto anteriore al mille". 

"Esisteva sino dal 535, come rilevasi da una Bolla di Gregorio VII riferita dal Sigonio nella Vita del Vescovo Lamberto. Più volte in varii tempi fu rifabbricata, e nel 1665, fu ridotta alla presente forma, e fu fatta la volta a spese del Senatore Marc'Antonio Ranuzzi. Del 1667 e 1707 a spese della Compagnia del SS.Sacramento, e de' Parrocchiani fu di nuovo ridotta ed ornata, e finalmente fu abbellita e beneficata in molte guise da Benedetto XIV nel 1750. In addietro quivi risiedeva un Capitolo che nel 1797, li 9 Ottobre passò in S. Bartolomeo di Porta Ravegnana, e dappoi fu abolito li 6 Giugno 1798. Nel primo altare la B.V. del Rosario circondata da quindici Misterii; il giudizioso accordamento dell'anacronismo di S.Gio.Evangelista e di S.Girolamo, al quale mostra il primo ciò che deve scrivere è di Alessandro Tiarini. L'Angelo Custode di Sebastiano Brunetti è stato totalmente rifatto da Ercole Graziani. L'antichissimo Crocefisso di Fico, dicesi per antica tradizione, essere lavoro anteriore al mille. Il transito di S.Giuseppe è dello Spisanelli. La B.V. col Figliuolo in trono in mezzo de' Santi Giacomo ed Antonio è di Orazio Samacchini. Beata Vergine, la S.M.Maddalena e S. Rocco, di qua e di là alla sudd. immagine sculture di tutto tondo di creta cotta sono di Gio. Zacchio. Cappella Maggiore. Donata dal Principe Bolognetti al Pontefice Benedetto XIV, che la ingrandì, ed ornò con disegno ed assistenza di Carlo Francesco Dotti. Nel Coro la Tavola della Circoncisione è principiata da Gio.Francesco Bezzi detto il Nosadella e finita da Prospero Fontana. L'ornato è di Onofrio Zanotti con le figure di Pietro Fancelli.Le due mezze figure della B.V. e dell'Angelo, e li Puttini e Serafini sono di Angelo Piò.La Beata Vergine col figlio, e S.Giovannino dipinta da Ercole Procaccini nel 1570, fu rifatta dal Canonico Franceschini, il S.Magno Abate sotto è di Ubaldo Buonvicini. La Madonna nel mezzo, S.Michele, S.Cristoforo, S.Alessio, ed altri Santi sono di Franceschino Caracci. S.Agata, S.Apollonia, e S. Antonio da Padova sono delle ultime fatture del Tiarini.La S.Anna, e la B.V. fanciulla è di Pietro Fancelli. La B.V., S.Liberata e S.Onofrio a tempra sulla tela è pittura antica, e di autore incerto. Questa cappella è stata dipinta da Giuseppe Muzzarelli in quanto alla quadratura. I puttini sono di Rinaldo Boldrini".

Testi tratti da "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino Unione Tipografico Editrice, 1900; "Guida del forestiere per la città diBologna e suoi sobborghi"- Bologna - Tipografia di S.Tommaso D'Aquino -1835. Trascrizioni a cura di Lorena Barchetti.