Chiesa della Madonna di Galliera

Chiesa della Madonna di Galliera

Scheda

Questa chiesa, già detta dello Spirito Santo, poi della Madonna di Galliera, si trova a metà della via Manzoni, che è trasversale dalla via di Porta Galliera alla vicina via dell’Indipendenza. La fondarono sul principio del secolo XIV dei frati venuti da Piacenza, che si stabilirono in una casa attigua. Fu riedificato con buoni accenni all’arte del Rinascimento nel 1479, del qual tempo sono le decorazioni in terracotta del fianco. La facciata venne intrapresa nel 1510 da maestro Donato di Gaio da Cernobbio, il quale scolpì la bella ed elegante porta colle figure di marmo. Caduto ammalato, maestro Donato cedette il lavoro, a proseguire il quale presentarono progetti maestro Berardino da Milano, Battista Francesco Limone, Paolo Fiorini ed un maestro Jacopo, senza altra designazione. Non è noto a chi di questi fosse affidato il compimento dell’opera, la quale riescì peraltro una delle cose più graziose che nello stile del Rinascimento Bologna oggi offra. E’ un vero modello del genere. L’interno non corrisponde troppo all’elegante purezza delle linee esterne, sebbene ampliato e rinnovato nel 1674, con buoni intendimenti, da G.A. Torri. E’ ad una sola navata. Gli affreschi della volta sono di Giuseppe Marchesi, condotti con grande spigliatezza e vivacità di colorito. Magnifico, fra i non pochi quadri di pregio posseduti da questa chiesa, è quello dell’Albani nella cappella laterale, rappresentante Gesù bambino fra la Madonna e San Giuseppe offrente al Padre Eterno i simboli della futura Passione. La Gloria degli Angeli e le tre figure principali del quadro, segnatamente quella del fanciullo estatico sulla gradinata, si possono dire di una insuperabile e squisita leggiadria. Altri quadri che adornano questa chiesa portano i nomi del Franceschini, di Silvio Gianotti, di G. D’Anges, del Guercino e di altri buoni secentisti. L’altar maggiore fu rimodernato nel secolo scorso su disegno di Francesco Galli detto il Bibiena, e fra due Angeli, dovuti a Giuseppe Mazza, mostrasi una tavola bisantina rappresentante la Madonna col Putto, sagacemente ritoccata dal Franceschini ed esistente nella chiesa fin dal 1479.

Testo tratto da "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900. Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.

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