Basilica di san Francesco

Basilica di san Francesco

Scheda

L'edificio venne innalzato fra il 1236 e il 1254 ed è un precoce - se non primo - esempio della diffusione in Italia del nuovo gusto d'oltralpe: il gotico francese. La facciata risente ancora del gusto romanico padano con la sua struttura a capanna, ma sia le finestre che l'ingresso principale sono realizzati con il nuovo stile. La basilica posside due campanili. Più piccolo e semplice quello costruito per primo, monumentale e ricco di elementi decorativi il secondo, innalzato su progetto di Antonio di Vincenzo (1397).

Le complesse vicende avvenute dopo il 1796 ne hanno in parte alterato l'aspetto ed impoverito il patrimonio che si era accumulato nei secoli. Gravissimi furono i danni provocati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1796 la basilica di San Francesco e l'annesso convento subirono il saccheggio dei Francesi, che chiusero l'edificio al culto e trasformarono l'intero complesso in caserma. La nuova consacrazione avvenne nel 1842 e le decorazioni in stile neogotico furono commissionate a Francesco Cocchi. La decorazione absidale fu compiuta nel 1845. La ditta Venturi, specializzata nella lavorazione del marmo, effettuò lo spostamento della grande pala posta sull’altare maggiore. Nel 1801 l'opera del XIV secolo dei veneziani Pierpaolo e Jacobello Delle Masegne, era stata smontata e collocata in vari depositi, con la perdita di alcuni pezzi. Nel 1848 fu integrata dallo scultore Prudenzio Piccioli.

Pochi anni dopo l'edificio fu di nuovo adibito ad usi profani, tra cui a Dogana. Solo nel 1886 i frati minori conventuali vi poterono fare ritorno e fu dato inizio ad un lungo restauro, sotto la guida di Alfonso Rubbiani.

Il complesso intervento di demolizioni, integrazioni e ricostruzioni diede di nuovo visibilità alle cappelle radiali dell'abside, nei secoli completamente occultate, tanto che dalla piazza erano coperte da un lungo portico. Diversamente sono un pregevole esempio della precoce diffusione in Italia del gusto gotico francese. L'interno delle cappelle venne completamente decorata dalla 'gilda' dell'Aemilia Ars, realizzando una armoniosa opera d'arte totale.

Nell'occasione dell'intervento rubbianesco si procedette al rientro e ricollocazione dei numerosi monumenti che quasi un secolo prima erano stati trasferiti - per motivi di salvaguardia - nel cimitero della Certosa, in sale appositamente realizzate. Tra queste vi era la tomba del pontefice Alessandro V, ora collocata lungo la navata sinistra. Venne realizzata in terracotta policroma nel 1482 dallo scultore mantovano Sperandio. Nel 1804 era stata trasferita nel cimitero, dove rimase fino al 1889. In occasione dell'ultima ricollocazione fu coinvolto lo scultore Enrico Barberi.

Nel 1892 i lavori erano completati con la sistemazione delle tombe dei Glossatori dell'Università, poste dietro l'abside della basilica di San Francesco. Anche queste memorie erano state collocate nel Cimitero della Certosa. Il loro restauro era avvenuto grazie alla Deputazione di Storia Patria e su richiesta del suo presidente Giovanni Gozzadini, nell'ambito delle celebrazioni dell'VIII centenario dell'Università. La prima tomba appartiene ad Accursio e al figlio Francesco; quella con doppio colonnato a Odofredo, la terza, con le colonnine sostenute da quattro leoni, a Rolandino dei Romanzi, morto nel 1284.

Incassato fra la chiesa e gli edifici che la fiancheggiano dal lato sud è un piccolo atrio in stile romanico, con archi a tutto sesto, frutto di un radicale intervento di Alfonso Rubbiani. Sulle pareti sono collocati frammenti di sculture ed elementi decorativi. Da questo spazio si accede al chiostro del convento e alla basilica per un ingresso laterale.

Nel 1926 l'Intendenza di Finanza fece eseguire importanti lavori di sistemazione, visto l'imminente trasferimento di grande parte degli uffici finanziari nei locali dell'ex monastero francescano. Fu completamente trasformato il monumentale dormitorio costruito da Pietro Fiorini nel 1589 e restaurato lo scalone con la volta del ripiano dipinta dal Dentone. Fu poi la volta dei chiostri, tra cui quello notevolissimo dei Morti, risalente alla fine del XIV secolo e dell'ex refettorio (già adibito a magazzino del sale).

L'8 maggio 1877 il Comune di Bologna decise di trasferire il mercato che si teneva tradizionalmente in Piazza Maggiore in piazza San Francesco e in piazza Aldrovandi. Si trattava di traslocare circa 450 bancarelle, che furono equamente divise tra le nuove collocazioni. In piazza San Francesco fu costruito un mercato coperto capace di contenere 250 postazioni. Dalla primavera all'autunno qui il celebre burattinaio Angelo Cuccoli rappresentava le sue divertenti commedie. In occasione dei lavori di isolamento delle tombe dei Glossatori (1891) si procedette alla demolizione della copertura lignea. Nel 1910 il mercato venne traferito nell'edificio appositamente costruito in via Ugo Bassi, dove ancora oggi si trova.

In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

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