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Giuseppe Onofaro

17 Novembre 1900 - [?]

Scheda

Giuseppe Onofaro nasce a Roma il 17 novembre 1900 da Stefano Onofaro e Emma Bona.
Si iscrive al PNF nel novembre del 1921. Squadrista e partecipa alla Marcia su Roma. Dal dicembre 1922 fino alla fine del ’23, riveste la carica di segretario politico del Fascio di Qualiano, località situata nelle vicinanze di Napoli. In seguito, entra a far parte della MVSN con il grado di centurione.
Nel 1935-’36 partecipa alla campagna militare in Africa orientale e si distingue nella battaglia dello Scirè.
Dopo l’8 settembre 1943, risiede a Reggio Emilia rivestendo la carica di comandante della Guardia Nazionale Repubblicana. Dal settembre ’44 all’aprile 1945, vive a Bologna dove dirige il comando provinciale e in seguito il comando militare della GNR.
Durante la Repubblica di Salò, si distingue per aver denunciato numerosi partigiani, civili, disertori e renitenti alla leva, tramite una fitta rete di delatori da lui imbastita e gestita.
Il 14 dicembre 1944, inoltre, ordina di fucilare il comandante della 7ª GAP Giovanni Martini. Infine, compie duri rastrellamenti nella provincia bolognese, sia a San Lazzaro di Savena, sia a Ozzano Emilia, durante i quali muoiono diversi ribelli e disertori della GNR.
A San Giorgio di Piano, Onofaro guida un’azione di polizia che porta all’arresto di tredici uomini, nove dei quali, dopo terribili torture, vengono trucidati sommariamente, mentre i rimanenti quattro vengono deportati in Germania nei lager nazisti.

Ivan Spada

Dopo la Liberazione, fugge da Bologna, ma il 25 maggio 1945 viene arrestato a Brescia e portato nelle carceri di S. Giovanni in Monte. Il 3 aprile 1947 la Corte d’assise di Bologna delibera su ben diciannove capi d’imputazione e giudica Onofaro innocente per insufficienza di prove, ma lo condanna a morte per i tremendi fatti di sangue avvenuti a Ozzano dell’Emilia, San Giorgio di Piano e San Lazzaro di Savena.
La pena capitale viene in seguito tramutata in dodici anni di reclusione. Beneficiario del provvedimento di amnistia, promosso dal Ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti, viene scarcerato dalla Casa penale per minorati di Pozzuoli dove era rinchiuso.