Nasce la 36a Brigata “Alessandro Bianconcini”

Scheda

In una casa abbandonata sul monte Faggiola, chiamata la “Dogana”, al confine tra Emilia e Toscana, dall'incontro di partigiani imolesi e di giovani bolognesi guidati da “Lorenzini” (Libero Lossanti) nasce la 4a Brigata Garibaldi, che dal luglio diverrà la 36a Brigata “Alessandro Bianconcini”, dal nome di un ex garibaldino di Spagna fucilato a Bologna dai fascisti il 27 gennaio 1944.
La brigata, operante sull'Appennino imolese e faentino, tra il passo Casaglia e il Giogo di Scarperia, arriverà ad avere 20 compagnie, con oltre 1.000 uomini, divenendo una delle più numerose e agguerrite formazioni partigiane dell'Emilia, capace di tenere sotto controllo alcune arterie di importanza strategica, come la Montanara e la Casolana.
Dopo l'entusiasmante occupazione militare di Palazzuolo sul Senio, con la distruzione dei registri di leva e la distribuzione del grano alla popolazione, il comandante Lorenzini (Medaglia d'oro al V.M.) sarà catturato e ucciso dai nazisti il 14 giugno durante una missione. Il comando della brigata sarà assegnato, per unanime consenso, a Luigi Tinti (Bob).

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