Monumento di Michele Galitzin

Monumento di Michele Galitzin

monumento composito 1861

Scheda

Per meglio comprendere l'importanza di opere come questa nel panorama artistico bolognese, si veda anche la scheda relativa alla tomba dedicata al fratello di Michele, Teodoro, collocato proprio di fianco a questa. Anche questo monumento viene eseguito dallo scultore Antonio Rossetti su disegno di Antonio Cipolla, coadiuvandosi per gli ornamenti da Giuseppe Palombini. Alla base dell'angelo è incisa la firma del Rossetti e la data, 1861. Per una descrizione del monumento riportiamo la descrizione fatta nel testo messo a stampa da Benvenuto Gasparoni nel 1863 a Roma, dal titolo Arti e lettere scritti e raccolti da Benvenuto Gasparoni.
"L'architetto Antonio Cipolla è indubbiamente uno di que' valenti giovani, il cui numero è così scarso fra noi, i quali affaticandosi nell'arte con grandissimo amore, si sforzano di ritornare in fiore i leggiadri modi del fabbricare insegnatici dai grandi maestri del sedicesimo secolo; e quindi dimenticarono affatto per correr dietro alle bizzarrìe e a' deliri di quello stile gonfio e superbo, che con nuovo e bruttissimo vocabolo si nominò barocchismo. Il quale anche da ultimo caduto in discredito sul principiare del presente secolo, si venne a questa maniera moderna umile, gretta, ed uniforme che niuna parte per fermo ha di buono, e chiaramente ci mostra come di questo tempo, poco o nulla più si studi l'arte; sì che pur meglio era a mio credere continuar nel barocco, a cui almeno niuno potrà mai negare un fare grande, concettoso, e magnifico. Nutritosi in prima il nostro artefice di gagliardi studi sopra i gloriosi avanzi della veneranda antichità, i quali già furono la scuola dei Bramanti, dei Peruzzi, dei Sanzi, dei Sangallo, e di cento altri di cotal fatta meravigliosi artefici, che sopra di essi si formarono uno stile originale e bellissimo, temperando e accomodando quelle forme robuste e severe alla gentilezza della loro età, e ai bisogni di un vivere più dilicato; si diede da ultimo a seguitare risolutamente le loro maniere. E quanto bene li venisse fatto di ritrarne il sapore, ci è manifesto per la leggiadra facciata dello Spirito Santo de' Napoletani, ch'egli in questa città nostra ordinava. Delle quali due opere, tra le altre ch'egli ha condotto dentro e fuori di Roma, volemmo noi ora fatto particolare ricordo a farvi fede di questo gentilissimo modo di edificare, da lui prediletto sopra ogni altro. Ed ecco che la fortuna sempre nimica a giovani artefici, e tutta cosa de' vecchi, siccome colei che per essere cieca non potendo vedere le loro opere, corre colà dove ode il tintinnire de' molti ciondoli, e i trombeggiamenti delle lodi, che i clientoli sanno dare a' loro patroni, ha voluto nientedimeno con lui rimettere alquanto della sua discortesia, aprendogli dinanzi nuovo campo di mostrare il suo valore in un secondo e grandioso monumento al principe Michele. L'opera di quadro e d' intaglio fu condotta nell'officina di Giuseppe Palombini, intagliatore-scalpellino. La statua dell'Angelo é di mano del valente scultore Antonio Rossetti, e di figura assai bella, graziosa e fatta con molt'arte. (Michele) Galitzin, fratello del sopra nominato Teodoro, fu posto non ha molto in quella medesima Certosa a lato al primo. Anche in questa sua nuova opera, non volle il Cipolla discostarsi dal bello stile de' tempi del risorgimento dell'arte; e secondo che a noi pare, con assai buon giudicio; conciossia che quelle forme, meglio che non le michelangiolesche, o qualsivoglia altra, siano accomodate e rispondenti al sentimento e alle speranze della religione di Cristo. Egli pertanto ordinavalo in questa forma. Dai lati di uno imbasamento gentilmente sagomato, s'innalzano sopra di esso due piedritti, rilevati da un poco di quadricello o dado, a sostegno di un archivolto che, girato sopra imposta di cornice, è sormontato su in cima del seguo di nostra salute. Quei piedritti sono vagamente cavati d'intagli, siccome pure la fascia dell'archivolto, e la sua cornice d'imposta, che risaltando e profilandosi sopra di essi, ricorre a mo' di fascia in lunghezza del monumento. Le quali tutte parti sono spiccate sopra la parete da esse racchiusa, pel ritirarsi che questa fa alquanto indentro, formando come un nicchio ad angoli rotti. Nel cavo tra piedritti, sopra il basamento, è l'urna sepolcrale del defunto, sorretta da due zampe di leone insistenti su due dadi, ai quali sottostanno due piedistalli cavi che nascendo da terra, rilevano sopra il detto basamento, e compongono insieme con l'urna un tutto che, con bella grazia porgendo un poco innanzi, subito ti dice essere questa la parte principale della sepoltura. A compimento della quale parte principale, incavasi sopra l'urna nella parete una nicchia, con volticella in conchiglia, voltata nella lunetta dell'archivolto; entrovi l'angelo tutelare della tomba, che in mesti sembianti ripiegando il sinistro braccio al petto, stringe nella mano piccola croce, mentre col destro giù disteso, sparge sopra quella alcuni pochi fiori. Pensiero è questo nel vero pieno di grazia, e di cristiana poesia. Intorno a quella nicchia svolgesi una fascia cava ed orlata, riempita di un bene intrecciato serto; poi tra lo spazio interposto fra quella e l'archivolto, è un partimento di quadri e rettangoli, questi lasciati a fondo liscio, quelli con teste di serafini scolpitevi dentro di basso rilievo. De' festoni di fiori che fregiano l'urna, de' riquadramenti nel basamento, e delle armi della famiglia del defunto poste ai lati di quello, non che degli altri ornamenti e particolari della invenzione, ci taceremo per non riuscir fastidiosi con queste descrizioni di minuzie; basta che ogni cosa, e d'intagli e di cornici è piena di grazia, e imitata con bello artifizio da quegli elegantissimi artefici del cinquecento. Ora secondo quel poco giudicio che noi ci abbiamo nelle cose dell'arte, sembraci questo monumento assai buona e lodevole opera: non però vogliamo darvi per oro di coppella tutto quanto in esso vedete; ché alcune poche coserelle e difettuzzi nel vero vi riconosciamo. Se non che quelli sono così lievi, e d'altro canto tante sono le buone parti che in esso intervengono, che noi che non facciam professione di severi critici, volentieri ce ne passeremo; e lasciando all'occhio dell'artefice educato nell'arte il ravvisarveli, non ci peritiamo di affermare, che tale quale egli si mostra, vorrà infallantemente procacciare all'artefice suo, onorata e chiarissima nominanza."

L'opera è ricordata anche da Enrico Bottrigari nella sua 'Cronaca di Bologna': "A questi giorni è stato collocato alla Certosa un nuovo monumento alla memoria del Principe Michele Galitzin, diplomatico russo che, morto nel 30 Marzo passato scorso, volle essere tumulato accanto al fratello suo, Teodoro, cessato di vivere in Bologna, che ordinò d'essere sepolto nel nostro Cimitero. Tanto il monumento del primo che quello di cui parlo sono disegnati dal valente architetto romano Cav. Antonio Cipolla, di cui avremo a parlare in seguito, quando ci verrà fatto di vedere compiuta la Fabbrica del Palazzo della Banca che si sta costruendo sopra il di lui disegno. Il nuovo monumento è nel concetto architettonico simile quasi al primo, benchè in questo scorgasi più fecondità di concetti, mentre nell'ultimo vi è maggiore nobiltà di forme e grandiosità; per cui può dirsi che ambidue appartengono allo stile classico, delicato il primo, più armonico il secondo. Il nuovo si compone di due parti, d'un'urna cioè, da largo basamento, e d'una nicchia entro la quale sorge l'angelo tutelare della tomba, in atto mesto e pietoso. L'Angelo è opera dello scultore Antonio Rossetti. Basti questo cenno a nozione storica ed a precisare la data in cui fu eseguito.

Roberto Martorelli

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Persone

Bibliografia
La Certosa di Bologna
Raule Angelo
1961 Bologna Arnaldo Nanni
Arti e lettere scritti e raccolti da Benvenuto Gasparoni
Gasparoni Benvenuto
1863 Roma Tipografia Menicanti
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