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Monumento della famiglia Marescotti

monumento composito prima metà del XIX secolo

Schede

L'elemento principale che compone la cella della famiglia Marescotti viene completato nel 1843. E' questo uno dei pochi marmi eseguiti in Certosa, in un periodo dove ancora permane la tradizione - quasi obbligata visti i costi di importazione - di eseguire le memorie funebri in gesso, stucco e scagliola. Realizzato dallo scultore carrarese Carlo Chelli, ben rappresenta da una parte il gusto classicista ancora imperante a Bologna, dall'altra la presenza significativa di artisti 'forestieri' che contribuiscono allo sviluppo dell'arte locale.

Proponiamo un articolo dedicato al monumento, apparso nella rivista bolognese La Farfalla del 26 aprile 1843 Foglio di amena Lettura, Bibliografia, Belle Arti e Teatri: "Fin dallo scorso gennaro, per un articolo graziosamente comunicatoci, fummo lieti di pubblicare come l'inclito signor Marchese Luigi Marescotti Berselli bolognese si fosse proposto d'innalzare in questo Cimitero Comunale un monumento di marmo alle ceneri deì suoi maggiori, l'uno de' quali fu celeberrimo professore di nautica; e come se ne avesse affidato il nobilissimo incarico all'egregio Scultore signor Carlo Chelli di Carrara, Professore emerito in quella R. Accademia di Belle Arti, e giovane che per la sua valentìa ne dà ferma speranza di vederlo un giorno divenire sommo maestro nell'arte. Ora ci gode l'animo di annunziare che l'opera fino nel suo cominciamento ha superato la universale aspettazione quantunque grandissima. Il Chelli ha già condotto il modello in iscagliuola della grande statua la Scienza della nautica, che in marmo tradotta deve essere sul monumento essere collocata. Questa ha rappresentata in una donna d'aspetto maestoso e grave. E quale veramente all'immagine d'una Scienza sì ardua ed al carattere di una statua monumentale si conveniva. Ritta della persona, sostiene colla destra mano un remo, e colla sinistra il regal peplo che le scende dalle spalle. In questa statua tale si scorge una esattezza e precisione di disegno, una verità e leggerezza nelle pieghe, tale una finezza di parti e una concordia di tutte insieme, che ad occhio quanto esser possa perspicacissimo nulla riuscirebbe di rinvenirvi, che delicato, squisito ed avvenente non sia; e si può senza tema di errore giudicarla opera insigne di artefice eccellente. E per verità in essa rifulge il valor sommo di due classici Scultori, Finelli e Tenerani, de' quali è allievo felice il nostro giovane artista. Il quale sebbene ormai giunto alla meta del suo lavoro, pure non vogliamo restarci dall'esortarlo vivamente a sempre proseguire dietro orme sì chiare. Così apprendano da lui gli altri giovani, che alle arti belle intendono, che solo sulle opere de' grandi maestri meditando si può divenire perfetti in un'arte così difficile e gloriosa; perciocchè le leggi del bello sono immutabili, e mal si consiglia chi per folle studio di novità dalle medesime si diparte."

Testo tratto da 'LA FARFALLA', anno 1842 n.51, Mercoledì 21 Dicembre, trascrizione a cura di Lorena Barchetti: "BELLE ARTI - Tutte le età, anche le più barbare, ebbero in sommo onore e mandarono celebrati ai posteri i nomi di quelli, che “per cor, per senno o per valor di mano” bene della patria meritarono. Di che la presente, che sopra le altre si vanta di sentimento e di lumi, avrebbe a temere di un giustissimo biasimo, se passasse in silenzio la pietà e la munificenza veramente insigni del N.U. sig. Marchese Luigi Mariscotti Berselli bolognese, il quale, nobilissimo di animo non meno che di sangue, vuole innalzare in questo Cimitero Comunale alle ceneri de' suoi maggiori un monumento tutto di marmi, e tale che degno sia e di Essi e di Lui. Di questo monumento ne ha commesso il disegno e la esecuzione della grande statua marmorea, che vi andrà collocata, dell'altezza di piedi 5 bolognesi, al valentissimo Scultore signor Carlo Chelli di Carrara, Professore emerito nella Patria Reale Accademia di Belle Arti, il cui nome, per le molte e pregevolissime opere che in Italia ed altrove si sono ammirate è salito in tanta fama che stimiamo superfluo l'aggiungerne d'avvantaggio. Abbiasi dunque il signor Marchese Mariscotti il dovuto omaggio di pubblico encomio, ed il magnanimo esempio di Lui sia agli altri di sprone, onde si accendano ad emularlo.

Roberto Martorelli
Agosto 2009, aggiornamento 2022.

Descrizione tecnica

Il monumento funebre è inserito in un'arcata la cui volta è decorata con motivi dipinti. Su un basamento è collocata una statua a tuttotondo raffigurante una donna con un remo, allegoria della navigazione. Nella parte superiore del basamento sono scolpite delle armi ed il bassorilievo del defunto inscritto in un tondo; nella parte inferiore, entro tondi, sono collocati tre bassorilievi raffiguranti dei volti. Sotto ciascun bassorilievo è presente un'iscrizione. Ai lati del monumento, nella parete di fondo dell'arcata, sono collocati due busti. Le pareti laterali dell'arcata sono occupate da: a destra un monumento a parete con statua di putto realizzata a tuttotondo e, nella parte superiore un ritratto a bassorilievo entro un tondo che ripropone una corona funeraria; a sinistra un'edicola con statua di un piangente semi inginocchiato e, nella parte superiore, un tondo con corona funeraria, entro il quale è inserito un busto ad altorilievo. L'accesso all'arcata e delimitato da un cancello in ferro battuto.