Salta al contenuto principale Skip to footer content

Monumento Barbieri

1955

Schede

“Ho sempre amato nella scultura la bellezza della forma, l'armonia delle proporzioni, l'espressione, la sapienza del mestiere...”: con queste parole Ercole Drei (1886 - 1973), nel catalogo di una sua mostra di poco successiva alla realizzazione del sepolcro Barbieri (1955), rivendica l'aderenza a quel classicismo novecentista di cui fu uno dei più rappresentativi esponenti.

La figura femminile – particolarmente amata da Drei e declinata nel corso degli anni in una pluralità di allegorie scultoree e di sensuali nudi pittorici, ballerine e bagnanti – si carica in quest'occasione di una evidente, quasi maschile, monumentalità: la Notte, ricoperta da una morbida veste, si impone nello spazio attraverso il gesto costruito dalle braccia, muscolose quanto la gamba destra sporgente e “segnata” dall'abito, e grazie ad un pesante mantello che copre il capo reclinato e ricade in ampie pieghe ad incorniciare la figura. Lo scultore si mantiene dunque fedele alla rappresentazione antica della Notte, che la voleva avvolta da un velo nero; la grande tradizione classica fornisce infatti allo scultore faentino un ricco repertorio di immagini, reinterpretate dal punto di vista stilistico, di rado da quello tematico.
Il risultato di grande sintetismo ed eleganza formale richiama alla vista altre opere realizzate da Drei in Certosa, quali la Vittoria e la Fortezza del Monumento ai martiri del Fascismo e le statue dei soldati al Monumento ossario dei caduti della Grande Guerra, sebbene la Notte se ne differenzi per una mistica delicatezza.
Alle spalle della scultura è collocata un'alta testata decorata da due bassorilievi con scene di carità, forse rivolte alle virtù cristiane del defunto. A differenza della grande scultura, la resa scultorea si fa qui meno definita, più abbozzata, la superficie non è liscia, bensì animata da piccoli tocchi a punta di scalpello che conferiscono tridimensionalità al bassorilievo.

Giulia Ferrari

Gennaio 2014

Bibliografia: F. Bertoni (a cura di) Ercole Drei scultore, Faenza, 13 settembre – 2 novembre 1986, University Press, Bologna, 1986; G. Pesci (a cura di), La Certosa di Bologna - Guida, Editrice Compositori, Bologna, 2001; F. Antonacci e G.C. De Feo (a cura di) Ercole Drei, Faenza 1886 – Roma 1973, dalla Secessione al Classicismo del Novecento, Roma, 16 maggio – 24 giugno 2005, F. Antonacci, Roma, 2005