Salta al contenuto principale Skip to footer content

Migliaia di militari bolognesi nei lager del Reich

8 Settembre 1943

Schede

Dei 769.000 soldati dell'esercito italiano presi prigionieri dai tedeschi dopo l'8 settembre, oltre 9.000 provengono dalla provincia di Bologna.
La maggior parte di essi appartengono a classi comprese tra il 1920 e il 1924 e sono quindi giovani reclute poco più che ventenni.
Il 70% sono soldati semplici di fanteria, dislocati soprattutto in Albania, Grecia e Dalmazia. Più della metà vengono fatti prigionieri nelle ore immediatamente successive all'armistizio, tra l'8 e il 9 settembre. La quasi totalità si trovano entro la fine del mese nelle mani del nemico.
Fin dall'inizio i militari sono sottoposti a un trattamento durissimo, disumano, che contribuirà a determinare il loro rifiuto a collaborare con i nazisti e la RSI, a costo di rimanere internati.
Sono prima trattenuti in campi di transito e di smistamento senza acqua e cibo, poi stipati in carri bestiame e spediti in Germania e in Polonia. Gli IMI (Internati Militari Italiani) verranno rinchiusi in campi di prigionia (gli Oflag per gli ufficiali e gli Stalag per i sottufficiali e i soldati) posti sotto l'autorità del Comando supremo della Wehrmacht. I bolognesi saranno destinati soprattutto alle aree industriali del Reich nelle zone di Berlino e Munster.
La fame, il freddo insopportabile, le violenze dei carcerieri nazisti e il lavoro durissimo saranno le costanti dei campi di prigionia. 465 internati bolognesi non faranno ritorno alle loro case, deceduti per malattia, sotto i bombardamenti, dispersi sulle navi affondate durante i trasferimenti.

cronologia sala borsa