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Vincenzo Martinelli

20 Giugno 1737 - 20 Aprile 1807

Scheda

Vincenzo Martinelli (1737 - 1807) fu sicuramente uno dei pittori di paesaggio più noti e attivi a Bologna tra Sette e Ottocento. Il suo intervento fu richiesto anche al di fuori del territorio bolognese, sintomo del prestigio raggiunto dall'artista. Come di consueto per un pittore specializzato fu spesso chiamato per essere affiancato da altri colleghi qualificati nell'esecuzione di figure. In tal senso è da segnalare l'ampio ciclo di tempere eseguite tra 1762 ed il decennio successivo nella villa 'Sampiera' di proprietà Boschi in località di Barbiano (Bo). Cinque dipinti furono eseguiti insieme a Nicola Bertuzzi detto l'Anconitano,d altrettanti con Antonio Beccadelli, mentre una tela verticale viene compiuta con Antonio Crespi. Le opere sono ora tuitte di proprietà della Fondazione CaRisBo. La sua produzione di opere su tela fu vastissima e volta a ornare le residenze delle famiglie più illustri della città. Fu anche pittore scenografo, mentre tra le opere ad affresco realizzate a Bologna si segnalano la stanza “alla boschereccia” collocata nell’appartamento del Legato, ora sede delle Collezioni Comunali d'Arte. Si segnalano anche gli affreschi in collaborazione con Giuseppe Jarmorini, collocati nel cortile di palazzo già Bolognetti in via S. Felice e l'Allegoria del commercio eseguita insieme a Filippo Pedrini nel palazzo Pallavicini (1793), oltre alle tempere per Palazzo Bentivoglio di via Belle Arti. Nei musei bolognesi si conserva un ampio repertorio dei suoi quadri di medio, piccolo e grande formato, spesso realizzati con la tecnica della tempera anziché ad olio. Tra questi le serie esposte alla Pinacoteca Nazionale e al Museo Davia Bargellini. Molte opere sono poi presenti in collezioni private, sintomo di un ininterrotto gradimento da parte dei bolognesi. Significativo il suo apporto all'interno dell'Accademia Clementina (poi delle Belle Arti), in cui svolse i più importanti incarichi dal 1767 al 1803 e che gli consentirono di formare un gran numero di allievi, lasciando un segno indelebile alla scuola paesaggistica locale. Amaro il resoconto che il Nostro è costretto a fare nel 1804, quando il terremoto politico giunge fino all'Accademia Clementina, la quale viene chiusa e i suoi beni passati alla nuova Accademia Nazionale di Belle Arti. Molti suoi amici e colleghi ne restarono esclusi per motivi politici. Egli appunta che “per quanto si è potuto penetrare nella nomina dei membri della nuova Accademia sono esclusi tredici dei nostri soci, fra i quali moltissimi meritevoli di tutti i riguardi pel loro valore nell'arte, per essersi molto prestati nella cultura della studiosa gioventù e per le loro opere tuttora esistenti. Ma che riguardi si possono sperare? Quale gratitudine ha dimostrato finora la presente provvidenza a chi ha dato addietro veri attestati di amor patrio?”.

Alla sua morte la tomba fu collocata nel Chiostro III dalla Città di Bologna, che ne assunse le spese. E’ questa un significativo esempio di tomba dipinta. Commemorare il defunto con un monumento dipinto è un unicum che si trova a questa date solo nella Certosa bolognese. Presso l'Archivio Storico del comune di Bologna è conservato il foglio di seppellimento n. 2822 del 23 aprile 1807, in cui l'architetto Mauro Reggiani dichiara la morte di Vincenzo Martinelli, figlio del fu Giovanni Battista, di anni 70, nativo di Bologna, vedovo di Anna Toschi. Di condizione pittore paesista abitava al n. 2906 della Parrocchia di S. Maria Maddalena. Morto il giorno 22. Viene sepolto nel Chiostro III della Certosa nell'arco 28 dato gratuitamente da questa Municipalità a riguardo dei meriti dell'insigne defunto.

Roberto Martorelli