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Luigi Lincei detto/a Sganapino

28 febbraio 1922 - [?]

Scheda

Luigi Lincei, «Sganapino», da Vincenzo e Dina Dondi; nato il 28 febbraio 1922 a Bologna. Nel 1943 residente a Imola. Studente nella facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Bologna.
Prestò servizio militare in sanità dal 10 gennaio all'8 settembre 1943.
Educato dal padre all'antifascismo, acuì il suo dissenso a contatto con l'ambiente «anticonformista» della facoltà di medicina. Strinse amicizia con gli «studenti ribelli».
Renitente alla leva della RSI, con Gentilino Conti, tramite un infermiere dell'ospedale Sant'Orsola, entrò nel movimento resistenziale. Trasferitosi a Castenaso, rimase una settimana nascosto in un canneto di canapa.
Se l'impatto con l'attività resistenziale fu traumatizzante per lui giovane studente, l'asprezza della lotta, il quotidiano rischio della vita sua e dei compagni, rafforzarono la sua volontà di battersi.
Lasciata Castenaso, raggiunse la 62a brigata Camicie rosse Garibaldi attestata su Monte delle Formiche (Monterenzio). Fu addetto al servizio sanitario della brigata. Nell'ottobre 1944 protesse con il suo battaglione lo sganciamento del gruppo brigate Montagna a Ronco dei Britti (San Lazzaro di Savena).
Nel novembre, insieme con sedici compagni di brigata partecipò alla battaglia di porta Lame dalla quale «non credevo di uscirne vivo».  
Trasferitosi a Imola, militò nel dist imolese della 7a brigata GAP Gianni Garibaldi con funzione di commissario politico in rappresentanza del PCI. Fu ospite della famiglia Carletti nella cui abitazione ebbe sede il comando del dist.
In accordo con Ezio Serantoni provvide a nascondere gli schedari degli antifascisti imolesi compilati dal comando della GNR.
Nel marzo 1945 a seguito della scoperta della base partigiana da parte delle brigate nere, aiutato da don Giulio Minardi riparò con Dante Pelliconi nel collegio Santa Caterina (Imola). In vista della liberazione della città (aprile 1945) prese i contatti con il comando alleato. Il 14 aprile 1945 collaborò a presidiare il commissariato di PS di Imola.
Il 15 aprile 1945 provvide a recuperare i corpi dei partigiani trucidati e gettati nel pozzo dell'azienda Becca (Imola). Ferito.
Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dall'1 ottobre 1943 alla Liberazione. Testimonianza in RB3. [AQ-AR]