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L'epurazione degli ex fascisti e dei collaborazionisti

Politico 12 Giugno 1945

Schede

Dal 12 giugno una Corte d'Assise straordinaria giudica i reati di collaborazionismo. Le udienze vedono sempre una grande partecipazione popolare. La severità del tribunale nella provincia di Bologna, con una sola condanna a morte eseguita, non sarà eccessiva.
Intanto l'Amministrazione Militare Alleata ha emanato il 5 giugno un'ordinanza per la sospensione dal lavoro del personale “indegno di servire lo stato” per il proprio passato politico e con un altro provvedimento ha regolato l'epurazione nelle aziende private.
In entrambe i settori saranno in realtà colpiti soprattutto impiegati di rango inferiore. Un chiaro esempio di ciò che spesso accadrà viene dalla Ducati, dove nel maggio si tiene a cura del Cln un'assemblea (alla quale partecipano più di 1.500 ex dipendenti) per decidere le sanzioni da adottare nei confronti dei proprietari dell'azienda e di alcuni tecnici. Sfollati da tempo al nord, fino all'ultimo essi sono rimasti al servizio degli occupanti tedeschi. In questa occasione è richiesto l'immediato “arresto dei fascistissimi fratelli Ducati, rei di alto tradimento”. In seguito, in nome di una veloce ripresa dell'attività produttiva, si opterà per la riabilitazione dei quadri compromessi e per il rientro dei Ducati alla guida della fabbrica.
Il 30 giugno, in un articolo su “La Lotta”, il segretario del PCI bolognese Arturo Colombi dichiara che per “stroncare la mano ossuta della fame” i comunisti sono disposti a tollerare il rientro di industriali non troppo compromessi col fascismo e il nazismo o che tenteranno di attenuare le loro colpe mettendo i loro beni a disposizione della ricostruzione del paese.
Non tutti però accettano situazioni di compromesso che paradossalmente discriminano più gli ex partigiani che gli ex fascisti.

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