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Lapide terminale di un'area sepolcrale

lapide I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

L(ocus) m(onumenti)

M(arcus) V(?) M(arci) l(ibertus) G(?)

s(ibi) et V(?) M(arci) l(ibertae)

Tyche l(ibertae?) m(erenti?) et c(oniugi)

s(uae?) v(ivae) v(ivus) f(ecit)

In fr(onte) p(edes) XVI

TRADUZIONE

Il luogo del monumento (misura) sul lato strada 16 piedi.

Marco V(?) G(?), liberto di Marco, fece da vivo (questa sepoltura) per se stesso e per la liberta Tiche (?), sua moglie (?), ancora viva (?)

 

Questa stele, gemella di quella accanto, contiene un testo che per noi è praticamente impossibile da comprendere, anche se, come vedete, qualche tentativo è stato fatto. Infatti quasi ogni parola è abbreviata alla prima lettera. Dato che il proprietario della tomba, che aveva pagato profumatamente queste pietre, aveva tutto l’interesse a farsi capire, è stato ipotizzato che ci fosse una terza epigrafe, oggi perduta. Questa pietra forse ricordava per esteso i nomi dei defunti sepolti nell’area funeraria, ai cui angoli erano invece poste questa stele e la gemella, che indicavano le due dimensioni dell’area: qui la lunghezza sulla fronte, nell’altra la profondità.

Curiosità: il nome proprio della liberta Tiche è l’unica parola non abbreviata. È plausibile che perfino all’occhio allenato di un romano abituato alle abbreviazioni delle epigrafi la sigla T L potesse risultare fraintendibile e che quindi, almeno in questo caso, si sia deciso di fare lo sforzo di scrivere per intero.

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Descrizione tecnica

Arenaria: 203,5x59x28 cm. Inv. 19134