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Lapide terminale di un'area sepolcrale

lapide I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

L(ocus) m(onumenti)

M(arcus) V(?) M(arci) l(ibertus) G(?)

s(ibi) et V(?) M(arci) l(ibertae)

Tyche l(ibertae?) m(erenti?) et c(oniugi)

s(uae?) v(ivae) v(ivus) f(ecit)

In agr(o) p(edes) XVIII

et IIII

TRADUZIONE

Il luogo del monumento (misura) in profondità 18 piedi e 4. Marco V(?) G(?), liberto di Marco, fece da vivo (questa sepoltura) per se stesso e per la liberta Tiche (?), sua moglie (?), ancora viva (?)

Questa stele, gemella di quella accanto, contiene un testo che per noi è praticamente impossibile da comprendere, anche se, come vedete, qualche tentativo è stato fatto. Infatti è interamente composto da sigle. La tradizione scrittoria romana prevedeva l’uso di abbreviazioni per tutte le parole il cui significato era ovvio al lettore antico. Ma un testo composto quasi esclusivamente dalla prima lettera di ogni parola sarebbe risultato oscuro anche al più esperto dei lettori romani: dato che il proprietario della tomba aveva tutto l’interesse a farsi capire, è possibile che nell’area funeraria ci fosse una terza epigrafe, oggi perduta, che conteneva il testo integrale.

Curiosità: Il problema delle abbreviazioni è centrale nell’Epigrafia come disciplina di studio. Anche noi usiamo abbreviazioni (btw, lol, cmq, xk ecc.) ogni giorno, per scrivere velocemente o per sfruttare al meglio tutti i caratteri disponibili sulle piattaforme social. Ci capiamo tra di noi non solo perché parliamo la stessa lingua, ma soprattutto perché condividiamo gli stessi codici culturali. Se un archeologo del futuro dovesse provare a leggere una chat tra due giovani del XXI secolo probabilmente la sua prima reazione non sarebbe diversa da quella che ebbe il sapiente Gregorius che nel Duecento, di fronte a una epigrafe complicatissima, esclamò nel suo perfetto latino “plura legi, sed pauca intellexi”, ovvero parafrasando un po’: ho letto un sacco, ma non ci ho capito niente.

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Descrizione tecnica

Arenaria: 213,8x59,4x31 cm. Inv. 19133