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Lapide di Sosia Isias

lapide Seconda metà del II secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, via Oberdan, Palazzo Barbieri. Rinvenuta nel 1920.

TRASCRIZIONE

D(is) M(anibus)

Sosiae

Isiadis

puellae dul-

cissim(ae) quae

vixit ann(os) XII

menses VII

dies XV

Q(uintus) Sosius

Argolicus

pater desolatus

TRADUZIONE

Agli Dei Mani di Sosia Isiade, dolcissima bambina che visse 12 anni, 7 mesi e 15 giorni, il padre affranto Quinto Sosio Argolico (pose) 

La lapide, trovata in prossimità delle mura orientali della città romana, indicava la sepoltura di una ragazzina, di cui viene indicato con precisione il breve periodo di vita, ricordata dal padre addolorato con un affettuoso epiteto. La dedica agli Dei Mani, spiriti protettori dei defunti che coincidevano con i membri premorti di una stessa famiglia, si ritrova molto di rado nell’epigrafia sepolcrale bolognese e ha larga diffusione soprattutto a partire dal II secolo d.C.

Curiosità: sia il padre che la figlia presentano nomi di derivazione greca, o più generalmente esotica, cioè Argolicus e Isias. Il primo è un cognomen poco diffuso in Italia che probabilmente indica la provenienza dall’Argolide, regione greca del Peloponneso, di quest’uomo divenuto poi liberto di una delle genti latine più note e diffuse per tutto l’impero già dall’età repubblicana, i Sosii. Il cognomenIsias deriva invece dal nome della dea egizia Iside, il cui culto è ben attestato a Bologna sia da altre iscrizioni, sia dai resti monumentali di un tempio a lei dedicato nell’area della basilica di Santo Stefano.

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Descrizione tecnica

Marmo lunense: 51,5x22,5x3,3 cm. Inv. 19101