Salta al contenuto principale Skip to footer content

Lapide di Sacidia Lychoris

lapide I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

Memoriae

Sacidiae

Lychoridis

C(aius) Cannutius

Chrysanthus

IIIIIIvir (=sevir)

v(ivus) f(ecit)

TRADUZIONE

Alla memoria di Sacidia Licoride. Caio Cannuzio Crisanto, seviro, fece da vivo


Destinata a conservare la memoria del nome di Sacidia Licoride, questa lapide venne commissionata da Caio Cannuzio Crisanto, forse il suo compagno. Il nome dei due non è completato dalla indicazione del loro status giuridico, ma i nomi di derivazione greca e la carica di seviro, ovvero sacerdote del culto imperiale, sono probabili indizi a sostegno dell’ipotesi che fossero liberti. Il sevirato, infatti, era l’unica carica pubblica cui potessero accedere i liberti.

Curiosità: al di sotto dello sguardo di una Gorgone, mostro mitologico posto a protezione della tomba, si legge la dedica del monumento “alla memoria”. Questo tipo di dedica è meno diffusa della invocazione agli Dei Mani, divinità connesse al culto degli antenati. La preoccupazione di perpetuare la memoria di sé e dei propri defunti era centrale nella cultura romana: non si trattava solo di assicurarsi una qualche forma di immortalità, ma di dare ristoro alla parte impalpabile di sé che rimaneva legata al sepolcro, un’ombra, la cui vitalità dipendeva dal saluto dei passanti e dai riti funerari che venivano svolti entro il recinto sacro della sepoltura.

Controlla l'epigrafe nel database EDR

Controlla l'epigrafe nel database UBI ERAT LUPA

Descrizione tecnica

Calcare: 194,5x65,3x24 cm. Inv. 19132