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Lapide di Dicaeus

lapide I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

 [Me]moria[e]

[P(ubli) - -]lvi P(ubli) lib(erti)

D[i]caei med(ici)

Venustus Primus

patr(i) et patron(o)

TRADUZIONE

Alla memoria di Publio …lvio Dicaeo, liberto di Publio, medico. Venusto e Primo, al padre e patrono

Di questa stele si conserva la parte inferiore: della prima riga e della parte sinistra delle righe 2 e 3 si legge molto poco e non è possibile stabilire con certezza se il proprietario della tomba, il medico Diceo, appartenesse alla gens dei Salvi, dei Fulvi, degli Helvi o altre. La dedica alla sua memoria venne predisposta dai suoi figli: nati schiavi, erano stati liberati da Diceo che era, per loro, sia il padre che il patrono.

Curiosità: nell’insieme delle lapidi funerarie di epoca romana nelle quali si ricorda il mestiere svolto dal defunto, il numero di quelle che menzionano medici è piuttosto elevato. Si tratta di medici generici o specialisti, oculisti, veterinari, medici militari o pubblici. In un mondo nel quale la necessità di lavorare e guadagnare denaro separava nettamente il popolo dalle classi dirigenti, almeno ideologicamente, i mestieri maggiormente qualificati o di tipo intellettuale garantivano maggior prestigio rispetto a quelli di tipo commerciale o manuale.

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Descrizione tecnica

Pietra calcare: 72,5x52x26,5 cm. Inv. 19144