Schede
Provenienza: Bologna, Muro del Reno
TRASCRIZIONE
C(aius) Licinius
C(ai) f(ilius)
ϴ (theta nigrum) Licinia C(ai) i(=liberta)
Myrine
C(aius) Licinius C(ai) e(=filius) Drusus
C(aius) Licinius C(ai) f(ilius) Adulescens
ϴ (theta nigrum) M(arcus) Licinius C(ai) f(ilius)
Proculus
Pomponia Q(uinti) l(iberta)
Grata
TRADUZIONE
Caio Licinio, figlio di Caio; Licinia Mirina, liberta di Caio (defunta); Caio Licinio Druso, figlio di Caio; Caio Licinio Adolescente, figlio di Caio; Marco Licinio Proculo, figlio di Caio (defunto); Pomponia Grata, liberta di Quinto
La stele ricorda alcuni membri della gens Licinia: il primo, Caio Licinio, era forse il padre di Druso, Adolescente e Proculo, tutti dichiarati figli di un uomo di nome Caio Licinio, oppure ne era il fratello. Facevano parte della famiglia anche la ex schiava di uno di loro, Mirine, e un’altra donna, Pomponia Grata, anche lei liberta ma di una diversa famiglia. Il simbolo ϴ aggiunto accanti ai nomi di Mirine e Proculo indicava che i due erano già morti quando fu preparata la lapide destinata ad accogliere anche gli altri membri della famiglia menzionati.
Curiosità: le prime due righe della lapide ricordano il nome di Caio Licinio, figlio di Caio. Confrontando il suo nome con quello degli altri sembra però che al suo manchi qualcosa: il cognomen, ovvero il terzo elemento che formava il nome completo dei cittadini romani. Questo dettaglio ci aiuta a ipotizzare che lui fosse il più anziano, forse il padre degli altri tre. Infatti l’uso del cognomen diventa prassi solo negli anni a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. e, dato che il primo non lo aveva, era probabilmente nato prima degli altri tre.
Arenaria: 194x63,5x31 cm. Inv. 19178