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Lapide dei liberti di C. Licinius Quadratus

lapide Età giulio-claudia, I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

ϴ(theta nigrum) C(aio) Licinio Quadrat(o)

v(ivus) Primus l(ibertus)

v(ivus) Diophantus l(ibertus)

v(ivus) Socrates l(ibertus)

v(ivus) Dexter l(ibertus)

p(edes) q(uadrati) CCCC

TRADUZIONE

A Caio Licinio Quadrato, morto. Primo, liberto, ancora vivo; Diofanto, liberto, ancora vivo; Socrate, liberto, ancora vivo; Destro, liberto, ancora vivo.

400 piedi quadrati.

Questo cippo, insieme al cippo esposto a fianco, marcava i confini di un’area funeraria di 400 piedi romani, circa 35 metri quadrati. L’area era destinata ad accogliere i liberti della gens Licinia che, ancora in vita, avevano fatto preparare le epigrafi e le avevano dedicate al loro patrono, Caio Licinio Quadrato. Oltre a questi due, un terzo elemento forse faceva parte dello stesso recinto funerario: si tratta di un cippo semplice, ora custodito nei magazzini, che riporta solamente le dimensioni P Q CCCC, la stessa, particolare, estensione espressa in questa iscrizione.

Curiosità: i due cippi dei liberti dei Licinii sono gemelli sì, ma diversi! Confrontando i due testi infatti si nota subito un particolare: i nomi dei liberti sono elencati in ordine contrario, da Primo a Destro qui, e da Destro a Primo nell’altro. Impossibile sapere se si sia trattato di una semplice scelta stilistica o se, invece, sia il risultato di un compromesso affinché a nessuno dei quattro venisse data più importanza che agli altri.

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Descrizione tecnica

Arenaria: 226,5x61,7x31,5 cm. Inv. 19136