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Lapide dei liberti di C. Licinius Quadratus

lapide I secolo d.C.

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

ϴ(theta nigrum) C(aio) Licinio Quadrat(o)

v(ivus) Dexter l(ibertus)

v(ivus) Socrates l(ibertus)

v(ivus) Diophantus l(ibertus)

v(ivus) Primus l(ibertus)

p(edes) q(uadrati) CCCC

TRADUZIONE

A Caio Licinio Quadrato, morto. Destro, liberto, ancora vivo; Socrate, liberto, ancora vivo; Diofanto, liberto, ancora vivo; Primo, liberto, ancora vivo.

400 piedi quadrati

Questo cippo, insieme al gemello esposto a fianco, marcava i confini di un’area funeraria di 400 piedi romani, circa 35 metri quadrati. L’area era destinata ad accogliere i liberti della gens Licinia: Destro, Socrate, Diofanto e Primo, ancora in vita, avevano fatto preparare i cippi e li avevano dedicati al loro patrono, Caio Licinio Quadrato, l’unico ad essere già morto al momento della messa in posa dei cippi.

Curiosità: la lettera ϴ (theta) che si legge in alto a sinistra, davanti al nome del titolare del monumento, è un simbolo convenzionale dell’uso scrittorio epigrafico romano. Detto “theta nigrum”, richiamava la forma della lettera greca Teta e traeva origine dalla parola greca thnetós, colui che è mortale o che è morto. Indicava al lettore che la persona menzionata era già morta quando venne messo in opera il monumento. In alcuni casi, quando ad esempio il simbolo è molto piccolo o inserito al di fuori dell’impaginazione del testo, è possibile che sia stato aggiunto in un secondo momento, come una sorta di aggiornamento in tempo reale. 

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Descrizione tecnica

Arenaria: 236x65x34 cm. Inv. 19135