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Lapide degli Alennii

lapide Età di Tiberio (14-37 d.C.)

Schede

Provenienza: Bologna, Muro del Reno

TRASCRIZIONE

V(ivus) f(ecit) sibi v(ivo) et suis

L(ucius) Alennius L(uci) l(ibertus)

Stephanus sibi et

Θ (theta nigrum) Freiae M(arci) l(ibertae) Euphemi

L(ucio) Alennio L(uci) f(ilio) Celeri

T(ito) Alennio L(uci) f(ilio) IIIIII

viro (=seviro) filis v(ivis)

Θ (theta nigrum) Stacte l(ibertae) Saturninae f(iliae) v(ivae)

q(uo)q(uo)v(erso) p(edes) XVI

 

TRADUZIONE

Mentre era in vita, per se stesso e per i suoi, Lucio Alennio Stefano, liberto di Lucio (ha eretto questo monumento) per sé, per Freia Eufemis, liberta di Marco, già morta, per i figli ancora vivi Lucio Alennio Celere, figlio di Lucio, e Tito Alennio, figlio di Lucio, seviro, per la liberta Stacte, già morta, e per la figlia ancora viva Saturnina.

(L’area funeraria misura) 16 piedi in ogni direzione.


La lettura di questa lapide richiede un doppio sguardo: il testo infatti dialoga con le immagini e insieme formano un unico messaggio. Sono presenti tre coppie di ritratti e al di sopra di ognuna sono i nomi. I primi due, più anziani e seri, sono il capofamiglia e titolare della tomba Lucio Alennio Stefano e Freia Eufemis, entrambi liberti, di due famiglie diverse. L’iscrizione non specifica in che rapporti sono, ma l’iconografia suggerisce che siano una coppia sposata. Seguono due figli maschi nati liberi e infine due ragazze, una liberta e una figlia nata libera. Nonostante la loro differenza di status, le due sono raffigurate sullo stesso piano: è quindi possibile che fossero sorelle, entrambe figlie di Stefano. Se questa ipotesi è corretta, è possibile che Stacte sia nata prima che i genitori ricevessero la libertà e che fosse quindi legalmente una schiava alla nascita e una liberta per il resto della vita, mentre Saturnina e i due figli maschi siano nati in seguito al legittimo matrimonio dei genitori. 

La lettera greca Θ (theta) aggiunta vicino ai nomi di Eufemis e Stacte indica che le due donne erano già morte al momento della realizzazione dell'iscrizione.

Curiosità: questa rappresentazione della famiglia perfetta aveva ovviamente lo scopo di mostrare al mondo quanto i due, nati sotto cattiva stella, fossero riusciti a riscattarsi. A questo però si aggiungeva, probabilmente, una più sottile ricerca di adesione a un canone proposto dall’alto, dalla famiglia più importante e in vista dell’epoca, quella dell’Imperatore. Augusto aveva infatti avviato una politica di sostegno alla natalità che passava, anche, per le aspirazioni di ascesa sociale dei cittadini. In particolare veniva riconosciuta alle donne, sul cui corpo gravava il peso e il pericolo della gravidanza, la possibilità di svincolarsi dalla tutela maschile se avessero partorito almeno tre figli, quattro per le liberte.

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Descrizione tecnica

Calcare: 249,6x67x22,7 cm. Inv. 19040