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Jacques Lapeyrie detto/a Napoleon

[?] - 29 settembre 1944

Scheda

Jacques Lapeyrie, «Napoleon», da Olieviero; nato a Orleans (Francia). Nel 1943 residente a Parigi.
Nella primavera 1944 disertò l'esercito tedesco, nel quale era stato forzatamente arruolato, e si unì ai partigiani operanti sull'Appennino tosco-emiliano nella brigata GL Montagna. Ebbe modo di farsi apprezzare e stimare, per il suo coraggio e per le sue doti umane, da tutti i suoi compagni. In particolare, fu amico di Rossano Marchioni. Operò specialmente nel territorio del comune di Gaggio Montano.
Il 1° Maggio 1944 si definì «un socialista francese», scontrandosi con un brigatista nero, che, sul muro di una casa del centro abitato di Gaggio, aveva scritto: «cercasi comunista». Fu uno dei principali protagonisti dei numerosi combattimenti nei quali fu impegnata la brigata nel settembre 1944.
Sulla sua morte esistono versioni contrastanti. Giovanni Brunetti, lo stesso Pietro Pandiani ritengono che sia caduto, insieme con Rossano Marchioni, colpito a morte «in combattimenti ravvicinatissimi, quasi corpo a corpo» nel corso del «durissimo scontro con i tedeschi che stavano occupando le alture di Monte Belvedere, Castel d'Aiano e oltre, cioè la parte della cosiddetta «green line», il 28 settembre 1944.
Corrado Ligabue e il periodico «Patrioti» sostengono la sua cattura da parte dei tedeschi, sempre insieme con Rossano Marchioni, e con un altro partigiano, e la sua uccisione, «in modo atroce», a Castelluccio di Moscheda (Montese - MO) il 29 settembre 1944. Questa seconda versione ha prevalso.
Il periodico «Patrioti» (nato 3 aprile 1945) lo ricordò così: «Lapeyrie Jacques, di Oliviero, francese di Parigi, partigiano della Brigata 'Giustizia e Libertà', caduto prigioniero dei tedeschi durante l'attacco di Ronchidoso, è stato fucilato a Castelluccio di Moscheda. Il suo nome di battaglia era Napoleone: il comandante e i compagni lo ricordano per la bontà, l'ardimento, le non comuni qualità umane che lo facevano particolarmente caro. La sua memoria non sarà obliata. Sul moschetto aveva incisa una frase: 'Vive la France'. Ha onorato il suo Paese. Ha onorato la vita e la morte degli uomini che cadono illuminati da grandi ideali».
Riconosciuto partigiano dal 15 maggio 1944 al 29 settembre 1944.
Il 30 settembre 1984 a Castelluccio di Moscheda è stato scoperto un cippo alla sua memoria nel luogo in cui venne fucilato. Raffaello Leonelli, nell'occasione, ha ricordato il compagno caduto, con parole convincenti e insieme commosse, alla presenza del console generale di Francia a Firenze, Marie Therese Haulpetit-Fourichonato [A]

E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.